Nel 2013 sono state quasi 700 le persone seguite dai servizi sanitari, 166 quelle arrivate in stato di ubriachezza al pronto soccorso di Rimini
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Alcuni recenti casi di cronaca riportano purtroppo sotto la lente di ingrandimento il rapporto sempre più problematico tra giovani e alcol. Il consumo di alcol tra i giovani non avviene in famiglia durante i pasti, come nella maggior parte degli altri soggetti che abusano di alcol, ma col gruppo amicale soprattutto nel fine settimana e con modalita’ definite di “binge drinking”, delle vere e proprie ‘abbuffate’ di bevande alcoliche in cui 5 o piu’ unita’ di alcol vengono consumate in un breve lasso di tempo, con esiti ovviamente devastanti per la salute che portano sempre più spesso fino al ricovero ospedaliero. Obiettivo di questa modalita’ di bere è, secondo gli esperti, il “divertirsi “, nel senso etimologico del termine, cioe’ l’allontanarsi dalle preoccupazioni. Il consumo di alcol  è diminuito nella popolazione generale, ma non tra i giovani; si è anzi anticipata l’eta’ di inizio del consumo.

Da una ricerca interna all'Asl di Rimini emerge infatti come siano stati nel 2012-2013 ben 166 gli accessi da parte di giovani dai 14 ai 25 anni al Pronto Soccorso dell'Ospedale Infermi di Rimini per problematiche alcol correlate. Per la precisione sono stati 117 maschi e 49 femmine,  con una maggiore incisione nella fascia tra i 18 e i 21 anni. Anche se di questi solo il 3% presentava un grado di grave intossicazione da ricovero (e il 97%, la stragrande maggioranza, smaltito l'effetto dell'alcol ha risolto il proprio quadro clinico), il dato impone una seria  riflessione sulle motivazioni e le conseguenze sociali di questa pratica così pericolosa ma purtroppo sempre più diffusa.

I pericoli maggiori che ne conseguono sono legati all’incidentalita’ stradale quando ci si mette alla guida di un veicolo, ai rischi di violenza legati agli effetti disinibenti, ai comportamenti sessuali  a rischio e alla tossicita’ acuta e/o cronica.

Altro tema è il fatto che i giovani non vivono questo consumo come problematico ,ma come un “divertimento” in quanto controllato e limitato ad occasioni particolari: eventuali “incidenti” correlati all’uso vengano risolti tra i pari o nel peggiore dei casi con una accesso al pronto soccorso, eventualità questa sempre più frequente.

In un quadro di relativa riduzione o stabilizzazione degli accessi(1) ai diversi servizi di dipendenza  messi a disposizione dei presidi sanitari territoriali, che passano dai 2.902 del 2009 ai 2.515 del 2013 (Fig. sotto, a cura di Ausl Rimini)con una flessione pari a 1,8%, spicca il dato  in controtendenza dei soggetti afferiti per problematiche connesse con l’uso di alcol e utenti per i quali sono state svolte delle prestazioni, che nel corso del 2013 sono state ben  697, con un incremento del 13,8% rispetto al 2009 (617 soggetti). In particolare gli alcoldipendenti in carico sono passati da 389 del 2009 a 425 del 2013 (+9,2).

Numero di utenti affluiti anno 2009 – 2013 suddivisi per tipologia (valori assoluti.) I soggetti afferiti sono dati dalla somma di utenti in carico, provvisori, “appoggi” e utenti per i quali sono state svolte delle prestazioni nel corso dell’anno. Dati Ausl Rimini.

“Proprio a partire dalla consapevolezza dei dati e dell'incidenza sul nostro territorio di questa problematica – commenta Gloria Lisi, Vice Sindaco con delega ai servizi sociali del Comune di Rimini -  sono stati negli ultimi anni diversi i progetti messi in campo dalla sinergia tra Ausl, Istituzioni, Forze dell'Ordine e Scuola, con migliaia di studenti coinvolti. Purtroppo, pur trattandosi di un impegno di grande portata, con professionalità sanitarie e sociali impiegate di grande spessore, non è ancora sufficiente, avendo a che fare con una problematica generalizzata e profonda. In questo ambito in particolare un ruolo fondamentale lo gioca ancora il contesto famigliare, l'educazione al consumo di alcol parte infatti proprio dalla quotidianità. Sul ruolo genitoriale, sull'educativa di strada, sul coinvolgimento delle scuole, sulla condivisione di progetti legati  alla guida con le Forze dell'Ordine, sono già in essere progetti, anche a carattere innovativo, di prevenzione che vedono coinvolte attivamente Istituzioni locali, Asl, Forze dell'Ordine e Scuole. La fascia di età coinvolta  dai progetti è principalmente quella delle secondarie superiori ma, visto il progressivo abbassamento dell'età di chi abusa di alcol, potrebbe essere interessante poter prevedere anche interventi  di informativa ed educazione già dalle scuole medie inferiori. Oltre all'aspetto educativo, è quello della sicurezza a fungere da deterrente, per questo, come Polizia municipale, continueremo e anzi intensificheremo i controlli. Il cambiamento però passa anche da un diverso approccio culturale al consumo di alcolici che deve vedere coinvolta non un solo pezzo ma la comunità intera”.

1: Il dato comprende gli utenti in trattamento che sono coloro sui quali gli operatori hanno dapprima svolto una fase di osservazione e diagnosi e successivamente, valutata la necessità di intervenire, hanno concordato col paziente la progettazione del programma terapeutico da effettuare; gli utenti appoggiati che sono coloro che provengono da un altro SerT, esterno al territorio di riferimento, generalmente per ricevere la terapia farmacologica definita dagli operatori del Servizio inviante; gli utenti provvisori che sono coloro che non sono stati inseriti in un programma riabilitativo perchè hanno abbandonato il Servizio mentre erano ancora alla fase di osservazione o perchè gli operatori non hanno ritenuto necessario iniziare un trattamento.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:02