Giorno del Ricordo: inaugurata la "biblioteca di pietra" a memoria delle vittime del confine orientale

Nella ricorrenza del Giorno del Ricordo, la giornata istituita in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata e delle vicende del confine orientale, da oggi Rimini avrà una propria "Biblioteca di pietra" protesa nel mare verso la costa al di là dell’Adriatico, fatta da una selezione di opere e autori tra i più significativi di quelle terre, che hanno narrato brani di quella storia, ne hanno interpretato l’umanità e il dolore.
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Un “non monumento”, com’è stato ricordato da tutti gli intervenuti alla cerimonia d’inaugurazione avvenuta ufficialmente stamattina in occasione del Giorno del Ricordo, dall’autore, l’artista riminese nato a Fiume Vittorio D’Augusta, ai rappresentanti delle associazioni degli esuli (l'Unione degli Istriani, l'Associazione Amici e Discendenti degli Esuli Giuliani, Istriani, Fiumani, Dalmati, l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), al presidente dell’istituto storico della Resistenza Paolo Zaghini, al Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, al cui lavoro comune è dovuta l’idea e l’opera inaugurata quest’oggi.

Una cerimonia a cui hanno partecipato, oltre alle autorità civili, militari e religiose, all'Anpi e alle associazioni combattentistiche e d'Arma, le classi di quinta dell’Istituto tecnico statale per il turismo “Marco Polo” in rappresentanza del mondo scolastico riminese. Presente anche la Regione Emilia – Romagna con il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale Palma Costi e il consigliere Marco Lombardi.

Sui blocchi della nuova scogliera che si protende verso il mare, realizzata proprio in pietra d’Istria come la terra che si vuol ricordare, le targhe incise dai titoli e dagli autori come Arpino, Benco, Bettiza, Magris, Tomizza, Svevo, Sgorlon, e ancora Quarantotti Gambini, Saba, Slataper, Rumiz, Scotti, Stuparich, Zandel.

 “Libri di pietra – ha detto il Sindaco Gnassi – nel cuore del mare sopra un’idea leggera e potente raccontata da un leggio che guarda verso est. Titoli scolpiti nella pietra d’Istria di una scogliera che ci ripara e da oggi ci apre verso gli altri e verso il mare, metafora stessa dell’apertura e collegamento. Una scelta che abbiamo condiviso, con uomini dalle storie e sensibilità diverse con cui abbiamo fianco a fianco lavorato e che oggi sono qui, nell’idea che solo la cultura può essere il seme per uscire dal rancore quotidiano.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:04