“La famiglia di Vincenzo Gottardi è censita nel 1938 tra quelle ebraiche residenti a Rimini, in quanto il capofamiglia ha sposato un’ebrea, Gilda Jacchia. La figlia Lidia è sarta, mentre il figlio Remo, dottore in scienze economiche, nel 39 insegna presso la scuola di Avviamento di Mercatino Marecchia, ora Novafeltria. Il 13 agosto 1938, all’età di ventitré anni, Lidia viene battezzata nella cattedrale di Santa Colomba di Rimini l’anno seguente riceve la cresima dal vescovo Mons. Vincenzo Scozzoli. Suo fratello, che si battezza a Cesena il 15 settembre del 1938, ha moglie e due figli piccoli battezzati alla nascita, ma le autorità continuano a richiedere certificati anche per loro. L’ultima spedizione di atti di battesimo dal Comune di Rimini alla prefettura parte il 12 aprile del 1944 con all’oggetto: “Accertamenti di Gottardi Lidia e Remo”. A questa data gli interessati sono sfollati a Savignano sul Rubicone e la città di Rimini è un deserto, con case inabitabili, popolazione fuggita e stare ingombre di macerie”.
Quella dei riminesi Lidia e Remo Gottardi è una delle tante storie raccontate da Antonio Mazzoni e Lidia Maggioli nel libro “Spiagge di lusso - Antisemitismo e razzismo in camicia nera nel territorio riminese” (ed. Panozzo). I due ricercatori storici erano fra i relatori nella “Giornata internazionale di studi: Le leggi contro gli ebrei in Europa (1933-1945): la Germania nazista, la Francia di Vichy e l'Italia fascista, uno sguardo comparato Symposium”, svoltasi lo scorso mercoledì 3 ottobre in una gremita sala del Giudizio nel Museo della città.
“I battesimi arbitrari - sottolinea Lidia Maggioli - erano un modo per salvarsi, o salvare i propri figli. Dovevano riuscire a dimostrare che erano stati battezzati entro il primo ottobre del 1938. Nel caso di un figlio avuto in un matrimonio misto, esempio parere ebreo madre ariana, si poteva dichiarare che il figlio non era ebreo. Abbiamo trovato, in particolare a Torre Perdere, nella piccolissima Parrocchia di San Giovanni Battista del Bagno, il parroco Don Oreste Bernardi che ha aiutato diversi ebrei, inserendo nel registro manuale in una riga semivuota, antecedente alla data del primo ottobre, nomi di ebrei battezzati. Numerosi erano i controlli della polizia, che andavano a controllare fisicamente il registro e questi parroci rischiavamo in prima persona, perché se si capiva che era una contraffazione nascevano dei problemi seri”.
Oltre 150 le persone presenti all’importante momento formativo, organizzato a 80 anni dall’introduzione delle leggi razziali in Italia, per rileggere e rinnovare la memoria di una drammatica pagina della nostra storia.
Relatori internazionali tra cui, Laura Fontana, Hans-Christian Jasch, Gadi Luzzatto Voghera, Laurent Joly, che nel pomeriggio hanno continuato il confronto con un’interessante tavola rotonda. Un momento formativo, reso particolarmente vicino ai riminesi dagli storici Antonio Mazzoni, Lidia Maggioli, dell’Istituto storico Rimini e Patrizia Di Luca dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
L’incontro è stato aperto con i saluti istituzionali di Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura Regione Emilia-Romagna, Gloria Lisi, Assessore alle Politiche per la Pace Comune di Rimini e Fabio Tomasetti, Presidente Istituto storico Rimini.