Genitori oltre le sbarre: dei 133 detenuti attualmente a Rimini, sono 50 quelli con figli

Domani sera agli Atti uno spettacolo teatrale dedicato a loro
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Continuare ad essere genitori oltre le sbarre è una necessità, una sfida, un impegno che necessita di quotidiano supporto, sostegno e speranza per i detenuti. Non solo, le sbarre delle loro celle rischiano giorno dopo giorno di limitare anche le prospettive e le possibilità dei loro figli. Per non lasciarli soli e supportarli nelle loro attività genitoriali sono stati così pensati diversi momenti di incontro e confronto, da cui è nata anche l’idea di una raccolta fondi tramite uno spettacolo di beneficenza realizzato dai musicisti e cantanti dell'associazione culturale "Klangwelt", che lo scorso inverno ha condotto un appassionante laboratorio di "lettura scenica" presso la Casa Circondariale di Rimini, che ha visto la partecipazione di circa trenta detenuti.

Lo scopo della raccolta è quella di creare un fondo che supporti e incentivi i figli dei 50 padri detenuti presso la Casa Circondariale di Rimini nello svolgimento di attività sportive e di doposcuola, al fine di valorizzare il diritto di ogni bimbo a crescere e confrontarsi con i coetanei in modo equilibrato e sviluppare le proprie abilità. Questo il fine della raccolta fondi attraverso il ricavato dello spettacolo  “L'oceano, il mare e il vento. Favole e Ballate” in programma domani sera alle ore 21 al teatro degli Atti e organizzato dall'Associazione Madonna della Carità grazie alla collaborazione della Casa Circondariale e del sostegno del Comune di Rimini.

La dimensione ludica è una importante opportunità di socializzazione e strumento di valorizzazione di sé e di autostima, elementi che contribuiscono a riacquistare equilibrio e normalità all’interno delle famiglie che rimangono “fuori” , al di là delle sbarre. Oltre ai 30 detenuti partecipanti ai laboratori espressivi, sono 36 quelli frequentanti corsi di alfabetizzazione o di didattica di scuola media, 28 quelli impegnati in laboratori professionali come pasticceria, ceramica o fotografia.

Oltre questo tipo di attività anche la leva lavorativa rappresenta un importante momento di riscatto e progressiva autonomizzazione; sono circa 30 i detenuti a Rimini che svolgono attività retribuita all’interno dell’Istituto, mentre altri 9, tra quelli in stato di semilibertà e detenuti lavoranti all’esterno, escono ogni giorno dal carcere per svolgere la loro attività lavorativa, formativa o di volontariato.

“La musica e la lettura, la musica e l’animazione come strumenti  – commenta Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione del Comune di Rimini - per investire sui figli dei detenuti, affinché non siano i piccoli a pagare le colpe dei grandi. Attività normali di tutti i giorni che per i figli dei detenuti rischiano invece di diventare complicati e a volte impossibili. Un evento doppiamente interessante perché, da una parte sviluppa le capacità espressive dei detenuti, tramite i corsi e i laboratori di teatro, scrittura e lettura, e dall’altra permetterà di finanziare attività sportive, ricreative e di studio per i loro figli. Un approccio alla detenzione che va oltre al concetto di pena, cercando nella dimensione educativa un’occasione di riscatto”.  

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:51