Giovedì 14 giugno - ore 17.30
Museo della Città "Luigi Tonini" - via L. Tonini 1, Rimini
per la rassegna Frontespizio5
Il critico che non mente a se stesso si chiederà ogni volta se ha saputo cogliere qualcosa di vero riguardo all’oggetto cui ha dedicato le sue attenzioni.
La verità dell’arte, come quella della vita, sfugge facilmente a una presa sicura: va accarezzata, inseguita, abbandonata per ritrovarla magari su un’altra strada; la verità che la critica cerca è spesso nell’aria più di quanto non sia nel corpo delle cose, è in ciò che le circonda, è nei sentieri interrotti lungo i quali ci porta il discorso; e cade come polvere sulle nostre scarpe mentre siamo impegnati a cercarla in piena luce.
Pedinamenti. Esercizi di critica d’arte (Edizioni dell’Asino), è, per così dire, la rappresentazione di questo metodo che cerca ai margini dell’opera e dell’artista il senso di ciò che l’arte ci mostra. Ed è un pedinamento che nasce come diceva un vecchio vocabolario etimologico da qualcosa che ha “ferito la fantasia” del critico. Qui occorre tanta teoria quanta immaginazione per saper vedere che cosa c’è oltre la superficie dell’opera d’arte. Ed è questo metodo – che un po’ richiama come ha scritto Carlo Ginzburg, quello del detective, dell’osservazione che scopre il dettaglio trascurato o passato sotto gli occhi senza destare l’attenzione –, che l’autore mette in pratica nel secondo saggio, scritto in occasione dell’anniversario dei cinquant’anni dalla morte di Marcel Duchamp.
Fuori servizio. Note per la manutenzione di Marcel Duchamp (Edizioni Medusa) vuole mettere in luce come l’opera e la figura del “Grande illusionista” (così lo definì Jean Clair nel 1977) sfugga a ogni presa della critica in ragione delle strategie di dissimulazione con cui l’artista nega – secondo una nuova visione dell’arte – ogni rilevanza estetica e ogni significato specifico agli “oggetti comuni” che teorizza inventando nel 1913 i readymade, tra i quali, uno dei più celebri è Fountain, un comune orinatorio firmato con lo pseudonimo “R.Mutt” e datato 1917 – secondo alcuni l’opera più influente sull’arte del Novecento –, che paradossalmente non esiste più (andò perduto nel 1921), ma continua a far parlare di sé un secolo dopo la sua creazione. Perché? Su questo e altre zone d’ombra l’autore cerca di gettare spiragli di luce, dai quali fa emergere novità poco o per nulla indagate sull’origine di quella prassi artistica che per alcuni rappresenta il lato “comico” di Duchamp.
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Maurizio Cecchetti (Cesena 1960). Critico d’arte, giornalista culturale, editore. Ha iniziato a occuparsi di libri con Edmondo Berselli alla casa editrice il Mulino a metà degli anni Ottanta. Nel 1988 cura la prima antologica della scultura di Ilario Fioravanti alla Galleria comunale d’arte di Cesena. Nel 1989 per tre anni ha organizzato, con Giovanni Testori, mostre di scutura alla Rocca Malatestiana di Cesena (Mitoraj, Marino Marini, Rainer Fetting). Dal 1991 dirige la pagina d’arte del quotidiano Avvenire, di cui è caposervizio cultura. Dal 1990 cura varie mostre alla Compagnia del disegno di Milano: Velasco, Rivadossi, Mottolese, Mitsuuchi, Santinello. Nel 1992 pubblica il suo primo libro: La città dell’angelo, sulle tendenze dell’architettura. Nel 1994 fonda a Cesena la Galleria Medusa che propone per due anni nuovi artisti, ancuni oggi protagonisti della scena artistica italiana: Andrea Martinelli, Federico Guida, Dany Vescovi, Carlo Steiner, Luca Piovaccari e altri. Nel 1995 organizza a Forlì e a Capo d’Orlando in Sicilia una grande antologica dell’opera del pittore giapponese Kei Mitsuuchi. Nello stesso anno organizza al Chiostro di San Francesco la seconda antologica di Mitoraj a Cesena e nella Galleria comunale d’arte una retrospettiva del pittore neoespressionista tedesco Karl Horst Hödicke in collaborazione con lo Studio Cannaviello di Milano. Nel 1996 cura la mostra Temporale di Massimo Pulini alla Galleria comunale d’arte di Cesena e alla Galleria Marika Lion di Milano. Nel 1997, con Vanni Scheiwiller e Andrea Beolchi, cura a Palazzo Valsecchi a Milano la mostra Ezra Pound e le arti. Nel 1998 collabora a un volume (Mondadori) sulla figura della cantante Mina con un saggio sull’estetica delle cover della cantante italiana. Nello stesso anno pubblica la monografia Edgar Degas. La vita e l’opera (Mondadori). Nel 2000 fonda e dirige le edizioni Medusa, che hanno oggi un catalogo di 500 titoli. Nello stesso anno collabora alla mostra di Mitoraj a Lugano. Nel 2015 cura la mostra Ilario Fioravanti. Estasi immobile a Castel Sismondo a Rimini. Altre pubblicazioni: Le valigie di Ingres (2003, edizioni L’Obliquo); I cerchi delle betulle (2007, Medusa - finalista premio Viareggio per la saggistica); Pelle di vetro. Il libro dell’antiarchitettura (2010, Medusa - Premio Feronia per la saggistica); La mula del cavaliere (con Marzio Pieri, 2013, Medusa); Mi ha dato nell’occhio. L’arte contemporanea e la sua schizofrenia (2015, Medusa); Intuizione memoria libertà nell’architettura. Ilario Fioravanti e la lezione di Giovanni Michelucci (2017, Medusa); Pedinamenti. Esercizi di critica d’arte (2018, edizioni dell’Asino); Fuori servizio. Note per la manutenzione di Marcel Duchamp (218, Medusa). Goffredo Fofi gli conferirà in agosto il Premio Lo Straniero/Edizioni dell’Asino
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Frontespizio. Piccola rassegna di libri nuovi
"Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L'etimo della parola "frontespizio" (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specĕre ‘guardare’), evoca l'atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all'arte della scrittura. La presenza in sala dell'autore è dunque un'occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l'impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano "Frontespizio", agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un'architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d'ingresso al testo." Massimo Pulini
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Il calendario della quinta edizione su http://www.museicomunalirimini.it/agenda/pagina1042.html
Tutti gli incontri si terranno a Rimini, Museo della Città "Luigi Tonini", via L. Tonini n. 1 - info 0541 793851
Ingresso libero