Rimini, Museo della Città
giovedì 20 dicembre 2018 - ore 17.30
L’incontro fa parte della rassegna “Frontespizio”
curata dall'Assessorato alle Arti del Comune di Rimini
Progetto a sei mani, si propone di raccontare la città con un unico strumento ottico, la Leica M, attraverso le visioni differenti di tre artisti e una sola lunghezza focale: la 50 mm.
"Il punto di vista privilegiato che possiede la fotografia rispetto alle altre forme d’arte e a un qualsiasi “s-oggetto” è la sua capacità di superare il limite della grafia e di innalzarsi a linguaggio universale: non deve essere tradotta e soprattutto non deve essere spiegata.
Parla, cioè, tutte le lingue del mondo. Comunica ai bambini, racconta ai ragazzi, spiega agli adulti, sussurra agli anziani attraverso una scrittura invisibile ma allo stesso tempo ben marcata: quella del cuore e quella dell’anima.
"Anche in riMininverno si incontra lo sguardo un po’ malinconico e denso di spleen che si avverte all’interno di questo lavoro. Un sentimento che gli artisti, hic et nunc, con-dividono: immagini apparentemente mute, sublimate nella scelta cromatica del bianco e nero, che sembra restituire, non dopo aver ringraziato per il loro omaggio, le attenzioni che Dorin, Davide e Francesco hanno voluto prestare a Rimini. Una Rimini “a luci spente”, che forse sono quelle più autentiche. Quelle più vere." (Alessandro Carli)
Gli autori:
Dorin Mihai, classe 1980, è nato a Galati (Romania) e vive a Rimini. Si forma in information technology. Photografo dal 2011, autore di numerose mostre in Italia, collabora da tempo con diversi fotografi. Nel 2013 indirizza la propria attività artistica verso il fotogiornalismo rurale e nel 2015 dà vita al Laboratorio F64, progetto nato per avvicinare i giovani alla fotografia attraverso corsi e workshop fotografici. Nel 2014 l’incontro a Rimini con il coreografo Claudio Gasparotto lo avvicina alla danza e alla fotografia di scena, con una collaborazione assidua e permanente. Il centro del suo lavoro e della sua ricerca artistica si focalizza in questi ultimi anni, oltre che sulla fotografia di scena, sul racconto della realtà rurale della sua terra di origine e delle varie comunità nel mondo. Questo suo impegno ha dato vita nel 2017 a AlterNative Storylab (alternativestorylab.com), un centro di fotografia documentaria con sede a Rimini focalizzato sulla rappresentazione visuale del senso di comunità (in tutte le sue forme) in un mondo multi-locale, formato da identità collettive e individuali in perenne mutazione.
Francesco Busignani, è nato nel 1983 a Rimini. È sempre alla ricerca di nuovi luoghi e esperienze che possano stupirlo. Non a caso scopre la fotografia durante un viaggio on the road sulle Cliffs of Moher. Comincia quindi un periodo di formazione frequentando corsi e workshop e leggendo numerosi libri. È proprio il suo continuo interessarsi e approfondire che lo porta a realizzare le sue prime mostre in Italia e in Belgio che culminano con una la collaborazione con la casa editrice Zanichelli. Dopo un viaggio fotografico sull’Himalaya decide di realizzare una mostra sperimentando la stampa su diversi tipi di materiale, trasformando lo stesso supporto in parte integrante dell’opera. La sua passione per i cavalli lo ha portato a specializzarsi anche nella fotografia di questi animali contribuendo nel 2014 alla realizzazione del libro “Do you speak equis?” pubblicato dalla casa editrice “Equitare” (per l’Italia) e “Crowood press” (per l’Inghilterra). La sua fotografia non si basa su una tecnica troppo ragionata o studiata nei dettagli ma è piuttosto una fotografia istintiva che rispecchia il suo modo di essere.
Davide Zaghini, nasce a Bologna nel 1981 e vive a Rimini. Amante dei viaggi e spinto da una sempre crescente curiosità per paesi, usi e costumi diversi, scopre l’interesse per la fotografia durante un soggiorno di alcuni mesi in Inghilterra nel 2013. Da allora questa passione, che inizialmente lo ha accompagnato in diversi viaggi come mezzo per documentare ricordi ed esperienze di vita, diventa sempre più presente e si mescola ad un altro interesse, quello per il cinema. Incomincia così una ricerca fotografica in continua evoluzione, ricreando ad ogni scatto un’inquadratura dal taglio cinematografico. L’interesse per il cinema noir e per gli scatti di Philip Lorca DiCorcia lo ha sempre profondamente ispirato.
Tutto il calendario di Frontespizio6 http://www.museicomunalirimini.it/mostre_eventi/agenda/pagina1070.html
Frontespizio. Piccola rassegna di libri nuovi
"Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L'etimo della parola "frontespizio" (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specĕre ‘guardare’), evoca l'atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all'arte della scrittura. La presenza in sala dell'autore è dunque un'occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l'impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano "Frontespizio", agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un'architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d'ingresso al testo." Massimo Pulini
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Ingresso libero