Fernando Gualtieri ha donato 10 opere al Museo della Città di Rimini

Si è svolto nel pomeriggio di sabato 4 dicembre, alla presenza di tanti amici del pittore italo-francese, il momento ufficiale che ha sancito la donazione dal parte del M° Fernando Gualtieri di dieci sue opere al Museo della Città di Rimini, che si aggiungono alle tre già esposte
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A fare gli onori di casa il Direttore del Museo di Rimini, l’arch. Pierluigi Foschi, mentre in rappresentanza del Comune della città romagnola è intervenuta l’Assessore Antonella Beltrami.

“Pochi giorni fa, precisamente il primo dicembre, - ha esordito Foschi – Fernando Gualtieri ha compiuto 91 anni, e invece di ricevere regali, il regalo ha voluto farlo lui alla città di Rimini”.

“Un sentito grazie da parte della città per questa donazione – ha aggiunto dell’Assessore Beltrami – che oggi vediamo momentaneamente ospitata in questa collocazione, in attesa del completamento dell’ampliamento della pinacoteca”.

“Possiamo definire Fernando Gualtieri un moderno Marco Polo – sono le parole usate da Valter Raffaelli a cui è stato chiesto dalla Famiglia Gualtieri di introdurre e illustrare le opere che fanno parte della donazione – un riminese, perché Rimini e la Romagna sono sempre nel suo ricordo e spesso citate nelle sue opere, fosse anche solo nel verde rame che punteggia gli acini di un cesto d’uva, che a 30 anni parte da Rimini per ritornarvi da uomo e artista compiuto, ricco di un’esperienza umana e artistica esemplari, che lo hanno portato in tutto il mondo”.

“Oggi si realizza un sogno – chiude Yvette moglie di Gualtieri – che accompagna Fernando da 60 anni. Quello di vedere esposte nella città che lui ha sempre sentito sua, alcune delle opere a lui più care”.

Oggi l’arte di Gualtieri, è tornata nei luoghi d’origine dell’artista: Rimini, la città della sua giovinezza, e piccolo borgo di Talamello, paese delle madre, dove nel Museo-Pinacoteca “Lo splendore del Reale”  a lui dedicato, sono raccolti 50 anni di pittura dell’artista.

Nato nel 1919 in Francia, i genitori lo mandano in Italia, a Viserba di Rimini, dove diventa per tutti “il piccolo francese”. La guerra interrompe i suoi studi e la cartolina di arruolamento lo porta in Jugoslavia. Il suo talento trova sfogo nella cartografia, ma dopo l’8 settembre intraprende una rocambolesca fuga che segna il suo ritorno a Rimini. Dopo la guerra diventa calciatore in serie A (prima nel Bologna e poi nell’Ancona) e nel 1950 parte per Parigi, senza sapere che questo viaggio di piacere gli cambierà la vita.

Inizialmente trascorre una vita bohemien, poi si afferma e conferma nella città francese come il pittore de La Splendeur du Rèel, aprendo nel 1972 la sua Galatee Gallery all’ombra della Torre Eiffel.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:09