C’è però un altro numero, grave quanto quello legato alla crisi sanitaria, che va arginato: è il dato delle attività, dei pubblici esercizi, delle imprese, che rischiano di non superare questo gelido inverno. Inutile nascondersi dietro un dito: ogni azione necessaria a contenere i contagi e l’espandersi della pandemia va adottata senza esitazione, ma lungo la strada che ci porterà a debellare il virus rischiamo di lasciare troppe ‘vittime’ tra saracinesche abbassate e vetrine spente. E mentre a Roma si ventilano crisi, rimpasti e giochi di incastri, imprese e lavoratori attendono risposte, cioè ristori. In questa direzione la Regione Emilia Romagna farà ancora una volta la sua parte: il 20 gennaio inizia “l’operazione ristori” che consentirà di assegnare circa 40 milioni di euro alle attività del territorio regionale costrette a chiusure e sospensioni dovute alle restrizioni anti-Covid. E la sta continuando a fare il Comune di Rimini con una serie di azioni mirate a sostegno alle imprese, tra esenzioni e agevolazioni tributarie (ad esempio la riduzione Tari e l’esenzione Cosap) e il progetto Rimini open space, rinnovato anche per il 2021. L’ ”operazione ristori” partirà dai bar e dai ristoranti, una categoria di attività che soprattutto nel nostro territorio rappresenta una fetta importante del nostro tessuto imprenditoriale e sulla quale si regge un’intera filiera, che passa dai produttori agricoli ai distributori. Categoria che vive mesi di incertezze, tra chiusure decise senza preavviso e continue modifiche ai provvedimenti, l’ultima quella ipotizzata di vietare ai bar l’asporto dopo le 18 per contrastare la cosiddetta ‘movida’. Un intervento che per colpa di pochi rischierebbe di peggiorare la situazione già compromessa dei tantissimi esercizi che hanno sempre operato nel rispetto delle regole.
La situazione sanitaria non consente di allentare la presa, ma al rigore delle norme serve accompagnare anche una rapidità da parte del governo nel garantire liquidità alle imprese e non da ultimo dare una visione di prospettiva. L’auspicio è che già da inizio primavera bar, ristoranti possano tornare ad essere pienamente operativi, ma se le condizioni sanitarie non lo consentiranno e dovessero essere necessarie ancora restrizioni, credo doveroso organizzarsi affinché si possa dare una prospettiva alle attività e far sì che possano lavorare con gli orari canonici, se fosse necessario anche con capienza ridotta, consentendo così di poter programmare e organizzarsi. Non sarebbe la panacea di tutti mali, né basterebbe a risollevare il comparto, ma sarebbe una boccata d’ossigeno e soprattutto un segnale per un ritorno alla cosiddetta normalità di cui non vediamo l’ora di riappropriarci. In questo senso a Rimini ci sarebbe anche un’opportunità in più grazie al progetto “Rimini open space” che ha introdotto la possibilità per le attività di ampliare gratuitamente i propri spazi esterni destinati ai clienti. Riaprire le porte di bar e ristoranti in primavera sarebbe un messaggio concreto di speranza e fiducia, la risposta di un Paese che non attende”.