Nei secoli XIII-XV il metodo di lavoro del sarto si modifica in relazione a nuove pratiche sociali connesse al vestiario.
Queste ultime si diffondono non solo nelle corti ma anche nelle città, grazie a una clientela più sensibile al consumo degli abiti divenuti mezzi di distinzione sociale e di lotta di classe. I sarti, riuniti in corporazioni, si organizzano per far fronte alla richiesta di inediti abiti aderenti da indossare sotto maestosi abiti sempre più ricercati.
L’accresciuta domanda delle vesti arricchisce le competenze di questi artigiani, che raggiungono un alto livello di specializzazione divenendo promotori e coordinatori di più attività coinvolte nella produzione dei capi di abbigliamento.
Attraverso informazioni ricavate da fonti scritte, figurative e materiali, il volume descrive il lavoro del sarto nel tardo Medioevo, mettendone in evidenza il ruolo nell’economia cittadina, le capacità tecniche e l’apporto creativo.
Elisa Tosi Brandi, dottore di ricerca in Storia medievale, insegna e svolge attività di ricerca presso l’Università di Bologna. I suoi temi di studio riguardano la storia della cultura, dell’economia e della società nei secoli XIII-XVI, in particolare il mondo artigianale e gli oggetti della moda. Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano: «Moda. Storia e storie» (a cura di, con M.G. Muzzarelli e G. Riello, Mondadori, 2010), «Il Medioevo nelle città italiane: Rimini» (Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, 2017).
L’incontro fa parte della rassegna “Frontespizio”, curata dall'Assessorato alle Arti del Comune di Rimini.
Tutto il calendario di Frontespizio6 http://www.museicomunalirimini.it/mostre_eventi/agenda/pagina1070.html
Ingresso libero
Info 0541 793851
Frontespizio. Piccola rassegna di libri nuovi
"Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L'etimo della parola "frontespizio" (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specĕre ‘guardare’), evoca l'atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all'arte della scrittura. La presenza in sala dell'autore è dunque un'occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l'impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano "Frontespizio", agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un'architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d'ingresso al testo."
Massimo Pulini