In riferimento alla lettera inviata da Mara e Katia Lorenzi e Mario e Eugenio Ricci, pubblicata quest'oggi dalla stampa locale, il dirigente del Settore Servizi Cimiteriali, dottor Angelo Arcangeli, precisa: 'Nel pomeriggio di lunedì 20 gennaio 2003 dovevano svolgersi quattro funerali, di cui tre nei cimiteri del forese e il quarto al cimitero di Rimini. Tutti i funerali erano previsti nel medesimo orario, pertanto sarebbero occorse almeno 16 unità di personale per consentire le sepolture. Stante l’impossibilità di procedere in tal senso è stato adottato un criterio cronologico d'intervento, peraltro comunicato ai parenti dei defunti. I familiari di cui agli articoli di stampa erano pertanto stati preavvertiti che in tale giornata non sarebbe stato possibile procedere, per i motivi sopraesposti, alla sepoltura e che la salma sarebbe stata collocata presso la cappella del cimitero sino alla mattina del giorno successivo. Dopo aver successivamente constatato l'impossibilità di tale procedura, in quanto la cappella sarebbe restata temporaneamente incustodita, i familiari sono stati informati delle due soluzioni possibili: trasportare il feretro presso la camera mortuaria del cimitero di Rimini (unico luogo ufficialmente adibito a deposito delle salme), oppure collocarla, con il consenso del parroco, nella vicina chiesa, ubicata accanto al cimitero. Ricevuto il consenso del parroco, i familiari hanno optato per tale seconda soluzione e la salma è stata quindi riportata in chiesa. Il giorno successivo, come già stabilito, si è quindi proceduto regolarmente con la sepoltura. Queste, in sintesi, le ragioni di quanto accaduto, precisando nel contempo che Rimini è, tra i Comuni di eguale dimensione, l'unico in regione che procede immediatamente alle sepolture nel civico cimitero o in ciascuno degli undici cimiteri del forese. Mi corre in ogni caso l'obbligo, in qualità di dirigente del Settore, di porgere ai familiari le mie scuse per lo spiacevole episodio.'