Si tratta, a dieci anni dalla sua inaugurazione del dicembre 2007, del primo passo di un programma di campagne di restauro voluto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì - Cesena, Rimini che ha avuto inizio, sostenuta da un finanziamento statale, nel mese di febbraio per arrivare a concludersi in questi giorni.
Un intervento di grande perizia che - condotto dagli operatori della ditta esecutrice, l’Etra snc di Lugo sotto la direzione di Annalisa Pozzi, referenti per il restauro Elena Cristoferi e Mauro Ricci - sta riportando all’antico splendore gran parte degli affreschi della domus del Chirurgo. Un intervento di restauro che è stato è stato condotto anche in orario di apertura del sito e alla presenza del pubblico costituendo un ulteriore motivo di interesse alla visita del complesso che, anche grazie a questi interventi, manterrà intatto il proprio valore.
La Domus del Chirurgo è infatti un vero tesoro nel cuore antico della città, custode di una storia lunga venti secoli, di vite vissute, di scienza e arte, di cultura e ricchezza, di vicende belliche e morte, di agi e potere… il tutto riassunto in 700 mq, in una stratificazione che parte dall’età romana repubblicana per giungere a quella moderna.
Sono stati 29.916 i biglietti cumulativi staccati per l’ingresso alla domus e, il biglietto è unico, al Museo della Città nei primi cinque mesi del 2018, gran parte dei quali, ben 17.310, a ragazzi.
Come si ricorderà proprio recentemente la gestione della domus del Chirurgo è stata, grazie a una convenzione tra Soprintendenza e Comune, affidata direttamente al Comune di Rimini configurando l’area archeologica musealizzata come sezione speciale del Museo della Città di Rimini. Ed è proprio nella convenzione che sono definite le modalità di manutenzione sia ordinaria che straordinaria dei beni definendo come parte integrante dell’accordo un vero e proprio piano di manutenzione così da mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico del bene, ossia l’ottimale conservazione dell’area archeologica interessata dagli interventi.
Fu a seguito di lavori di scavo condotti nel 1989 in Piazza Ferrari per la sistemazione dell’area a giardino pubblico che furono scoperti resti antichi, da cui hanno preso avvio regolari campagne di scavo estensivo sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per il Beni Archeologici dell’Emilia Romagna in collaborazione con il Museo Civico di Rimini e con fondi del Ministero per i Beni Culturali e del Comune di Rimini, protrattesi fino al 2006. Le indagini condotte portarono alla luce, su una superficie di oltre 700 mq, un complesso archeologico di eccezionale interesse costituito principalmente dai resti di un quartiere residenziale della città romana, con una dimora che ospitava al proprio interno una taberna medica (perciò chiamata “domus del Chirurgo”), e di un palazzo tardo antico. Oggi i più significativi materiali rinvenuti sono oggetto di valorizzazione all’interno della sale del Museo Civico di Rimini, adiacente all’area archeologica, con la presentazione al pubblico di alcuni preziosi arredi, dei reperti legati all’uso e alla decorazione della domus e del ricco strumentario medico, a cui si aggiunge la ricostruzione filologica in scala reale dei due principali ambienti della taberna medica.