Dichiarazione di Roberta Frisoni, assessore alla mobilità del Comune di Rimini

Sono ogni giorno 215 mila i cittadini che prendono il treno per spostarsi in Emilia-Romagna.
Data di pubblicazione

Un dato che, rispetto al 2011, dunque in un arco temporale di 8 anni, fa segnare un netto +88%. E’ questo il dato di fondo più importante che emerge da Pendolaria 2019, il rapporto annuale di Legambiente presentato in questi giorni a Palermo. Una sorta di analisi dello stato di salute del trasporto ferroviario in Italia, che vede la nostra regione al top in Italia, seconda solo alla Valle d’Aosta. Un dato che mette nero su bianco gli effetti positivi degli investimenti messi in campo dalle diverse Istituzioni per implementare il trasporto pubblico su rotaia. Le grandi sfide raccolte del Metromare e del Bike park sono oggi al centro di un grande progetto di implementazione del trasporto pubblico che, tramite i collegamenti con l’Alta Velocità e lo sviluppo dell’intermodalità diffusa rappresentano le principali opportunità e sviluppi del futuro.
 

E’ essenziale che, alla luce di quanto è avvenuto con l’avvio dell’Alta Velocità, Rimini possa essere stabilmente collegata con l’asse Milano – Bologna – Roma, con servizi ferroviari veloci che consentano ai passeggeri in arrivo a Bologna di proseguire senza necessariamente dover effettuare un cambio treno. Un ragionamento simile va fatto per la direttrice Ravenna Rimini.
 

 A tal fine, sono già  in corso in varie località di servizio i lavori per ammettere la tratta Bivio S. Vitale – km 109 (Savignano sul Rubicone) della linea Bologna-Rimini a 200 km/h. Sono già stati completati i lavori alle opere civili. Nel 2020 verranno eseguite le modifiche agli apparati e la configurazione dei binari in alcune stazioni. E’ bene però avere la consapevolezza che la revisione dell’offerta Bologna-Ravenna-Rimini, dal 2018, gode già di un maggior impegno delle Regione Emilia-Romagna e dell’impresa ferroviaria di circa 300.000 Km treno su base annua. Si tratta dell’intervento in incremento di offerta più corposo degli ultimi 10 anni. A questo intervento si è aggiunto un potenziamento dei servizi estivi Bologna-Ravenna- Rimini.
Alla nuova giunta regionale chiederemo di aprire un tavolo di confronto con i soggetti coinvolti ed avviare un ulteriore approfondimento finalizzato ad individuare soluzioni infrastrutturali e di servizio alternative all'auto che possano offrire sia una risposta concreta ed efficace alle esigenze di mobilità dei fruitori della costa romagnola che  un migliore inserimento dell’infrastruttura nel tessuto urbano che li riceve.
 

L’altra grande sfida è quella della creazione di una intermodalita diffusa, pensando ad esempio di fare si che il Metromare sia un vero e proprio ultimo miglio locale del servizio ferroviario nazionale, facendo in modo che chi viaggia su Metromare possa, ad esempio, usufruire geli orari dei treni in tempo reale sia sui mezzi che alle fermate. In questo senso èmolto positiva la notizia, giunta nelle scorse settimane, del finanziamento della seconda tratta verso i padiglioni fieristici di IEG. E’ chiaro che il futuro del trasporto rapido costiero abbia come obiettivo finale il collegamento continuo tra Cattolica, Ravenna e Ferrara. Credo che il lavoro che dovrà essere fatto a tutti i livelli nei prossimi 5 anni sia quello di completare le tratte già finanziate e progettare via via quelle che permettano di centrare il target prefissato: un sistema intermodale di trasporto pubblico capace di muovere flussi consistenti di passeggeri sulla linea costiera in ogni periodo dell’anno, collegati con sistemi innovativi ai vari hub presenti nelle località attraversate (scuole, aeroporti, centri ad alta densità turistica e culturale).

E’ a questo scenario di cambiamento che dobbiamo guardare per accelerare nel rilancio del trasporto ferroviario di cui hanno bisogno le nostre città e i territori oggi fuori dall’alta velocità ferroviaria. L’opportunità è infatti straordinaria in termini di risorse e deve diventare la leva per affrontare anche temi più vasti, come quello ambientale e del contrasto all’ inquinamento.  Proprio la rete del ferro potrà e dovrà essere la spina dorsale di un sistema della mobilità incentrato su un trasporto pubblico con linee prioritarie e un servizio efficiente, integrato a una rete continua di percorsi protetti ciclabili e pedonali, ad una sharing mobility articolata (auto, scooter, bici,monopattini elettrici) e diffusa in ogni quartiere. Questo modello si sta rivelando vincente, anche grazie alle innovazioni tecnologiche e digitali, e capace di ridurre progressivamente ad un ruolo sempre più marginale gli spostamenti in auto e l’inquinamento prodotto dai trasporti. Un quadro articolato di interventi che dipende  dalle scelte che saremo in grado di prendere a più livelli, e dove i progetti e le risorse nazionali dovranno necessariamente tenere conto della bontà delle proposte e dei risultati che provengono da zone come la nostra, una sorta di laboratorio nazionale e di buona pratica che abbiamo tutta l’intenzione di proseguire e sviluppare ulteriormente”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:36