Dichiarazione di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini

Il mondo della scuola è sicuramente tra quelli più colpiti dall’emergenza virus. Non un banale cambio di abitudini, ma una vera e propria rivoluzione che colpisce contemporaneamente migliaia di famiglie, direttori didattici, insegnanti ed enti locali. Il passaggio alla didattica online ha riproposto in tutta la sua evidenza il tema del divario digitale, con alcune famiglie rimaste più indietro di altre.
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Pc, tablet, smartphone sono in questi giorni teatro di contesa tra genitori che lavorano da casa e figli impegnati in lezioni sulle diverse piattaforme web. Una situazione già critica di suo che, in particolare contesti sociali e famigliari, rischia di diventare insostenibile.

Sono casi di particolare necessità che ci vengono segnalati dai direttori didattici e sui quali stiamo intervenendo con aiuti mirati, cercando di portare a casa di chi ha più bisogno materiale tecnologico, come pc (recuperandoli tra quelli non utilizzati, consegnandoli in comodato d’uso per il periodo dell’emergenza), o didattico, come fotocopie o cancelleria, mettendo a disposizione risorse e personale comunale. Attenzione, non stiamo parlando delle normali difficoltà che ogni famiglia sta vivendo in questo momento, ma di particolare casi di emergenza segnalati dalle scuole. Come quello che ci é arrivato dalla zona sud proprio in questo fine settimana. Un solo genitore, rimasto improvvisamente in cassa integrazione, con due figli da mantenere e seguire, anche per i compiti, quando la priorità è diventata cercare un lavoro o un aiuto per mettere insieme pranzo e cena. Oppure una famiglia numerosa della zona nord con il padre che lavora da casa, e un solo computer da dover condividere con i figli, mentre la madre sta seguendo a domicilio la nonna anziana. Sono tutti casi segnalati dalle scuole, che ci chiamano su segnalazione degli insegnanti o degli altri genitori della classe, preoccupati per le mancate connessioni di compagni. Come un’altra famiglia numerosa, già nota, i cui figli non stanno seguendo le lezioni programmate online, perché i genitori non sono nelle condizioni di seguirli, non solo a livello tecnologico.

Si tratta, lo ribadisco, di interventi su singole situazioni di emergenza. Storie al limite, certo, e numeri fortunatamente ridotti, su cui però non potevamo voltarci dall’altra parte. Anzi, è sopratutto in momenti come questi che il diritto allo studio deve intervenire per colmare gap antichi e nuovi, come il digital divide, garantendo a tutti la stessa possibilità di studio e preparazione scolastica. Un diritto che passa dalla soddisfazione di bisogni basilari, come il possesso degli strumenti tecnologici adeguati, ma anche da quelli intellettuali e didattici, come supporti e formazione alle insegnanti, sui quali stiamo già ragionando insieme a responsabili didattici e coordinatori pedagogici. Un passaggio non facile che può contare però sulla grande disponibilità di direttori didattici,docenti, personale, famiglie ed alunni, a cui va il mio ringraziamento.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:36