Pc, tablet, smartphone sono in questi giorni teatro di contesa tra genitori che lavorano da casa e figli impegnati in lezioni sulle diverse piattaforme web. Una situazione già critica di suo che, in particolare contesti sociali e famigliari, rischia di diventare insostenibile.
Sono casi di particolare necessità che ci vengono segnalati dai direttori didattici e sui quali stiamo intervenendo con aiuti mirati, cercando di portare a casa di chi ha più bisogno materiale tecnologico, come pc (recuperandoli tra quelli non utilizzati, consegnandoli in comodato d’uso per il periodo dell’emergenza), o didattico, come fotocopie o cancelleria, mettendo a disposizione risorse e personale comunale. Attenzione, non stiamo parlando delle normali difficoltà che ogni famiglia sta vivendo in questo momento, ma di particolare casi di emergenza segnalati dalle scuole. Come quello che ci é arrivato dalla zona sud proprio in questo fine settimana. Un solo genitore, rimasto improvvisamente in cassa integrazione, con due figli da mantenere e seguire, anche per i compiti, quando la priorità è diventata cercare un lavoro o un aiuto per mettere insieme pranzo e cena. Oppure una famiglia numerosa della zona nord con il padre che lavora da casa, e un solo computer da dover condividere con i figli, mentre la madre sta seguendo a domicilio la nonna anziana. Sono tutti casi segnalati dalle scuole, che ci chiamano su segnalazione degli insegnanti o degli altri genitori della classe, preoccupati per le mancate connessioni di compagni. Come un’altra famiglia numerosa, già nota, i cui figli non stanno seguendo le lezioni programmate online, perché i genitori non sono nelle condizioni di seguirli, non solo a livello tecnologico.
Si tratta, lo ribadisco, di interventi su singole situazioni di emergenza. Storie al limite, certo, e numeri fortunatamente ridotti, su cui però non potevamo voltarci dall’altra parte. Anzi, è sopratutto in momenti come questi che il diritto allo studio deve intervenire per colmare gap antichi e nuovi, come il digital divide, garantendo a tutti la stessa possibilità di studio e preparazione scolastica. Un diritto che passa dalla soddisfazione di bisogni basilari, come il possesso degli strumenti tecnologici adeguati, ma anche da quelli intellettuali e didattici, come supporti e formazione alle insegnanti, sui quali stiamo già ragionando insieme a responsabili didattici e coordinatori pedagogici. Un passaggio non facile che può contare però sulla grande disponibilità di direttori didattici,docenti, personale, famiglie ed alunni, a cui va il mio ringraziamento.