Dichiarazione di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini

Non sempre, quando parliamo di profughi, prevale la paura; spesso, anche se fuori dai riflettori, a prevalere è invece l'accoglienza che nasce dalla conoscenza, dalla vicinanza, dallo scambio.
Data di pubblicazione

Gli esempi non dobbiamo cercarli lontano, ma è sufficiente rimanere nelle prime colline della nostra città, a Sant'Aquilina, dove a “Casa Solferino” la Croce Rossa ha creato una struttura per l'accoglienza dei migranti. Se oggi ho deciso di raccontare questa storia di ordinaria integrazione è perchè penso sia importante dare spazio e visibilità anche alle esperienze positive che nascono nei territori. La mia piccola ma importante storia di integrazione quotidiana parte da un invito al confronto, ricevuto circa un anno fa da alcuni residenti di San'Aquilina, preoccupati per l'imminente arrivo, nella struttura coordinata dalla Croce Rossa, di diversi profughi. I timori erano tanti, alcuni legati alla sicurezza delle loro aziende agricole ma anche a quella dei propri cari, ritenendo un luogo isolato come il loro non adatto ad ospitare persone straniere di cui non si conosce nulla. Per riportare le loro preoccupazioni e richieste i cittadini mi invitano personalmente ad un momento di confronto pubblico sulla struttura. Non è una novità, mi è capitato anche altre volte, da Viserba a Miramare, di partecipare a questi momenti e accetto volentieri il chiarimento e l'incontro. Non sapevo però che l'incontro, questa volta, sarebbe avvenuto direttamente a casa di uno dei vicini della struttura, e non nella struttura, dove mi aspettavano non pochi residenti dubbiosi e critici per l'arrivo imminente dei profughi: “non siamo tutelati a casa nostra” oppure “ci sentiamo insicuri a casa nostra” sono alcune delle principali preoccupazioni dei residenti. Lo scambio, pur nel rispetto reciproco, fu comunque molto passionale. Finito l'incontro, a prevalere, erano rimasti sentimenti di diffidenza e timore.

Una situazione completamente ribaltata circa un anno dopo, ovvero lo scorso fine settimana, quando mi sono recata, su invito della Croce Rossa, ad una festa della struttura insieme agli ospiti della struttura e alla cittadinanza. Con mio grande stupore, proprio coloro che un anno prima erano tra i più critici e determinati detrattori dell'arrivo dei profughi, erano al mio arrivo tra i protagonisti della festa. Non solo, i figli dei vicini giocavano con i profughi nel giardino, proprio in quel buio che fino al loro arrivo era sinonimo di paura e oggi è invece trasformato in gioco, condivisione, scambio. Alcuni di loro mi avvicinano per raccontarmi la loro storia e farmi capire che tante cose erano cambiate; alcuni di loro accompagnano gli ospiti della struttura in centro o nelle associazioni in cui qualcuno di loro svolge ore di volontariato, altri preparano il mangiare, altri ancora li invitano e condividono con loro il pranzo o alcuni momenti della giornata. C'è anche chi ha proposto di raccogliere insieme le olive, visto che il periodo è quello giusto e da quelle parti non manca certo il lavoro. Un ospite della struttura oggi è diventato a tutti gli effetti un volontario della Croce Rossa e indossa la loro divisa. Non solo, Casa Solferino (una struttura colonica indipendente e multifunzionale con spazi verdi)è diventata anche un riferimento per la comunità, visto che al suo interno di alternano educatori e personale specializzato della Croce Rossa, che in qualche caso è intervenuto anche per curare ferite dei vicini di casa. Una struttura dunque che porta in una zona isolata anche un presidio sociale e sanitario. I profughi che si alternano sono circa una ventina, tutti adulti che seguono programmi di inclusione, socializzazione e apprendimento della lingua italiana.

Attraverso la conoscenza diretta, dunque, i timori hanno lasciato gradualmente il campo alla fiducia e alla condivisione.Una bella storia che, nel silenzio di tutti i giorni, racconta il concreto di una integrazione e di una accoglienza possibile, da noi come in tante altre zone d’Italia.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:47