Lo sottolineo ancora una volta: a tutela della comunità riminese. Perché chi sottrae risorse alla collettività danneggia sicuramente il contesto in cui vive e, se vogliamo, prima di tutto sé stesso. Pensiamo proprio all’imposta di soggiorno: i suoi proventi vengono utilizzati per accrescere il potenziale attrattivo della destinazione turistica. Per Rimini significa il PSBO, il Parco del Mare, gli arredi urbani, gli eventi, gli interventi sui contenitori culturali; tutto ciò che ha permesso, in anni di crisi generale, di non perdere un briciolo, anzi incrementare arrivi e presenze per tutti i 12 mesi dell’anno. L’imposta di soggiorno, a carico del cliente così come avviene in quasi tutte le altre parti del mondo, serve dunque a far lavorare di più e meglio il sistema delle imprese legato all’industria dell’ospitalità e, più in generale, elevare la qualità del vivere per i residenti, permanenti e temporanei che siano.
L’operazione della Guardia di Finanza di Rimini è il frutto di una collaborazione, tradottasi nella forma di un protocollo amministrativo, tra la Guardia di Finanza e il Comune di Rimini. È il valore della sinergia tra istituzioni diverse. Io credo che questa metodo integrato dovrebbe essere percorso da tutti gli altri Comuni della nostra provincia e, perché no?, della nostra regione.