Circa la bizzarra nota stampa inviata dall’esponente del’opposizione in merito ai ‘soprusi retributivi’ di cui si macchierebbe l’Amministrazione di Rimini nei confronti dei dipendenti comunali, mi limito a rispondere sinteticamente per punti:
Il ‘congelamento’ degli stipendi di tutti gli Enti pubblici in Italia è conseguenza della scelta del legislatore nazionale, nata in un periodo di forte crisi della finanza pubblica. Eravamo nel maggio 2010 e governava allora Silvio Berlusconi, di cui Mauro forse conserva ancora il poster in camera;
E’ evidente, per tutti tranne che per Mauro, che la contrattazione integrativa per sua natura (non si chiama ‘integrativa’ per un refuso dei dizionari) non può sopperire al mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro;
La scelta dell’Amministrazione comunale di Rimini, negli ultimi anni, è stata quella di stanziare, in aggiunta alle risorse obbligatorie del fondo, importi significativi di risorse facoltative, destinate alla contrattazione integrativa. Tale scelta è derivata proprio dalla consapevolezza di cercare di attutire, per quanto possibile, gli effetti negativi da mancato rinnovo dei contratti nazionali;
Tali significative risorse facoltative sono derivate proprio da progetti di miglioramento dell’efficienza degli uffici che il Comune ha attivato negli anni passati;
Ultimo, ma non ultimo, la richiesta di un rabbocco di ulteriori 300 mila euro rispetto a quelli già previsti, che fa il consigliere Mauro va a parare esattamente in un punto: dare una progressione economica a tutti, sottolineo tutti, i dipendenti comunali. Poiché nell’ordinamento degli Enti pubblici le progressioni economiche sono un ‘istituto incentivante’ per premiare il merito dei dipendenti, è evidente che non solo è assurdo ma perfino fuori dalla legge e dal suo spirito la ricompensa di una progressione nessuno escluso. Il criterio introdotto dal legislatore è obbligatoriamente selettivo e le risorse conseguenti. Ancor più singolare e buffo è che un esponente della destra liberista proponga il ‘premio a tutti’ con i soldi pubblici, infischiandosene bellamente della legge che, almeno nei titoli e nei propositi, vuole esclusivamente premiare il merito. Anche il poster di Silvio nella camera di Mauro si volterebbe dall’altra parte”.