Sabato, appena informate dei fatti, abbiamo telefonato a Margherita per comunicarle la nostra vicinanza: il suo comportamento è l'esempio - necessario - di chi non si volta dall'altra parte, di chi non crede che si debba accettare il sopruso quotidiano nei confronti di ogni persona. Un atto di coraggio che diventa testimonianza e esempio. Per questo, idealmente, la marcia di sabato della comunità riminese è dedicata a tutte le donne che, come Margherita, non piegano la schiena di fronte al prepotente. Ecco, noi non accettiamo la legge del più forte, continuiamo a credere in un mondo dove ci sia il primato del rispetto delle differenze, della sensibilità e dell'attenzione al prossimo.
Non posso, infine, non esprimere quantomeno perplessità rispetto la convalida dellarresto nei confronti dellaggressore, senza però la misura della detenzione. Fermo restando che la legge si rispetta, è auspicio di tutti che a una consapevolezza crescente circa il problema, segua un'azione concreta e culturale, congiunta e sinergica da parte di tutte le pubbliche amministrazioni e delle istituzioni, affinché si possa dare alle donne la sicurezza di cui hanno bisogno ora, come ieri, come domani.