Dichiarazione dell'assessore alle attività produttive Jamil Sadegholvaad

Riguardo alle scelte urbanistiche che l’Amministrazione sta compiendo
Data di pubblicazione

“Vedo anche oggi sui giornali che c’è chi tira in ballo le radiose ‘sorti progressive del commercio’ per motivare il proprio dissenso alle scelte urbanistiche che l’Amministrazione sta compiendo. Si tirano ancora una volta in ballo i futuribili posti di lavoro che si potevano creare se questo o quell’intervento edilizio, a destinazione commerciale, avesse la possibilità di essere realizzato.

Io invece tutti i giorni incontro operatori commerciali che a malincuore si trovano a dover considerare il fatto di chiudere la serranda delle loro attività. Sono in gran parte operatori di vicinato, per definirli con il lessico della normativa commerciale. I protagonisti di quella rete commerciale diffusa che concorre a garantire la qualità e la vivibilità della nostra città, non condannando intere aree ad essere solo luoghi dove solo si dorme o solo si lavora. Il commercio non è il semplice scambio tra merce e danaro tanto più in un luogo di vacanza e di incontro come è Rimini.

Certo l’arrivo nello scorso decennio a Rimini della grande distribuzione e delle grandi catene e player mondiali ha sicuramente rappresentato un elemento di stimolo, dinamismo, concorrenza che è stato utile per i cittadini consumatori e per l’innovazione e il processo di aggregazione della rete commerciale diffusa. Ma non si tratta di un processo che può andare avanti all’infinito, pena la desertificazione del tessuto urbano consolidato. Come in tutte le cose serve equilibrio; senza rincorrere di volta in volta la destinazione urbanistica più redditizia, un anno i capannoni, un anno la residenza l’anno dopo ancora il commercio aggregato ai poli commerciali a monte della statale, il tutto pensando solo a chi potrebbe arrivare.

Credo che sia arrivata l’ora di pensare a difendere anche gli interessi di chi c’è già e di chi fin qui ha partecipato a fare di Rimini quello che è, con i suoi pregi e correggendo rapidamente i propri difetti.

Se non si ha chiara l’idea complessiva di Città che vogliamo e senza ragionare su questo o quel francobollo rappresentato da un piano particolareggiato piuttosto che un altro e senza vedere “l’effetto che fa”, allora tutto diventa possibile, buono, valido come le ipotesi di costruire l’Outlet più grande dell’Emilia Romagna a Rimini Nord. Anche questo con centinaia di posti di lavoro lì, in quel francobollo, ma senza vedere i tanti posti di lavoro che si perderebbero nella rete commerciale e la “desertificazione” di aree della nostra città.

Con la nostra attività, in questa fase che è sicuramente complessa, agli operatori commerciali del nostro territorio non vogliamo dare come ultima speranza quella di diventare dipendenti delle grandi catene di distribuzione. Li vogliamo invece con noi protagonisti del rilancio di Rimini”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:06