Dichiarazione dell’assessore alla Scuola, Mattia Morolli:

Data di pubblicazione

“Saremo pronti tra circa due settimane – ha detto l’assessore alla Scuola del Comune di Rimini Mattia Morolli al termine dell’incontro che si è svolto stamane  coi dirigenti dell’ Unità operativa Igiene degli alimenti e nutrizione dell’Ausl - con una proposta del regolamento che, prima in Romagna, terrà conto delle diverse sensibilità delle famiglie sulla possibilità per i ragazzi consumare il pranzo portato da casa a scuola.”

Un tema, come si ricorderà, al centro del dibattito nazionale da alcune settimane, dopo che su esso vi sono stati pronunciamenti anche in sede giudiziaria.

“Con questa proposta – ha proseguito l’assessore Morolli –  che nasce dal rapporto di collaborazione del Comune di Rimini con l’Ausl con l’obiettivo di prevenire l’insorgere di criticità, andremo ad un confronto coi dirigenti scolastici per giungere a regolamentare i comportamenti di tutti i soggetti in campo su un tema di per se delicato per i diversi piani, da quello organizzativo a quello sanitario, coinvolti.

Proprio perché riguarda la sensibilità e le scelte soggettive, la nostra intenzione è quella di definire un rapporto diretto con le famiglie e i loro bambini nella totale disponibilità nella ricerca di soluzioni comuni che tengano conto di tutti gli elementi in campo e con l’obiettivo finale di garantire, oltre al rispetto delle varie scelte alimentari o religiose, la corretta alimentazione dei ragazzi.

Attualmente, a dir la verità, nelle nostre scuole stiamo registrando una bassa richiesta da parte delle famiglie di menù personalizzati, segno anche che il sistema delle mense scolastiche riminesi sta funzionando”

“Su un altro tema che sta coinvolgendo le scuole in queste ultime settimane come l’iniziativa parlamentare per dotare le scuole di telecamere rimaniamo invece parecchio perplessi – ha proseguito l’assessore Morolli -.

Già il pensiero che un luogo in cui si stanno formando i nostri figli nel momento più delicato della loro crescita possa essere teatro di violenze lo riteniamo inaccettabile.

Non perché si possa negarne l’esistenza, ma è l’idea di pensare di risolvere un problema, che in primo luogo crediamo debba essere basato sul rapporto fiduciario insegnante – famiglie, con l’installazione aula per aula di sistemi di videosorveglianza H24 che troviamo non coerente.

Ma veramente possiamo pensare che le nostre scuole, i nostri asili nido, senza distinzione alcuna, possano essere luoghi quotidiani d’angheria continua sui bambini? E quale potrebbe essere il rapporto di fiducia e collaborazione con gli operatori, a cui affidiamo ogni mattina i nostri figli, se l’unica difesa da possibili violenze saranno le telecamere? Gestite da chi? Con quali criteri? E con quali ripercussioni nel rapporto educativo insegnante – alunno? Può la cultura del ‘Grande fratello’ sostituire le relazioni, la fiducia, le esperienze positive?

Tutti temi che, senza negare episodi anche gravissimi successi, ci auguriamo trovino nel dibattito al Senato per l’approvazione definitiva della legge un approfondimento non emotivo che a nostro avviso, andrebbe ad alterare indelebilmente quel patto di fiducia e collaborazione che crediamo debba esistere tra operatori e famiglie.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:52