L' occasione sarebbe ghiotta per polemizzare con il vicino di casa , ma abbiamo altro di più serio di cui occuparci perché, purtroppo, il demanio marittimo è una materia già di per sè farraginosa e complicata, dove politica e interessi corporativi sono stati "in sonno" per troppi anni e, oggi, sono stati bruscamenti risvegliati dall' incubo Bolkestein e di conseguenza le istituzioni hanno l'obbligo di governare tale fenomeno per meglio arrivare preparati alla scadenza del 1° Gennaio 2016.
Noi lo stiamo facendo, con l'innovazione, con il lavoro sinergico tra istituzioni, imprenditori lungimiranti e decisi a mettersi in gioco, con le associazioni e con l'obiettivo del massimo rispetto delle regole.
Già lo scorso aprile, in piena "bagarre" sulla sanatoria paesaggistica, abbiamo avuto occasione di chiarire, replicando indirettamente ai colleghi dei comuni limitrofi che peroravano e garantivano la regolarità delle situazioni nei loro territori ("noi non siamo come Rimini"), che i piani dell'arenile di competenza comunale non sanano nulla, ma disciplinano esclusivamente cosa può esserci sull'arenile e svolgono funzioni diverse rispetto al Codice Urbani (D.lgs l 42/2004 ergo Legge dello Stato) che invece sanziona penalmente, e non da ieri mattina come qualcuno si vuole autoconvincere, chi è sprovvisto di autorizzazione paesaggistica per installare legittimamente proprio quelle strutture che i piani consentono.
Abbiamo sottolineato che non esistono isole felici in quanto a "Rimini" si gioca con le stesse regole con cui si gioca a Riccione, Misano, Cattolica e Bellaria perché poi l' arbitro è sempre lo stesso: l' autorità giudiziaria. Infatti notiamo e osserviamo che proprio in questi giorni il Codice di procedura penale viene applicato uniformemente e che i sequestri vengono effettuati a Rimini come a Riccione, e non potrebbe essere diversamente.
La direzione di marcia di Rimini è volta all'innovazione nel rispetto delle regole. Le piccole polemiche di campanile, o peggio, il tentativo di cercare di scaricare i problemi su altri che, tra l'altro fanno parte di un sistema turistico locale sul quale come Rimini continueremo a investire, non sono altro che il sintomo di una debolezza di pensiero."