Una strada in salita perché inevitabilmente, in un contesto di tagli indiscriminati dello Stato (per Rimini - 27 milioni in quattro anni), caricare sui tributi locali sarebbe lo strumento più immediato e più semplice per recuperare risorse. Nonostante questo abbiamo deciso, come già evidenziato col bilancio di previsione, di continuare su questa direzione, a fronte di una crisi economica strutturale che pur lanciando timidi segnali di ripresa, ancora si fa sentire con forza, in particolare sul mondo produttivo. La dimostrazione è arrivata dal mancato incasso della Tari, la tassa sui rifiuti che, ricordo, dallo scorso anno è tornata in gestione diretta del Comune, scelta che ha consentito di conseguire un risparmio di quasi 500 mila euro utilizzato poi per contenere la tariffa. Per il 2013 e il 2014 il mancato introito derivante dal tributo sui rifiuti si è attestato intorno ai dieci milioni di euro; un pesante insoluto sulla quale incide in maniera determinante la difficoltà delle piccole e medie imprese del territorio, alcune delle quali costrette a chiudere i battenti o al fallimento. Alla crisi economica si associa indubbiamente anche un atteggiamento elusorio da parte soprattutto di operatori economici; questo lo si può riscontrare dal fatto che i mancati pagamenti riguardano circa il 20% di utenze domestiche mentre l80% è addebitabile alle attività.
Inutile negare che il venire a meno di questi dieci milioni di euro rischia di creare nei prossimi mesi evidenti difficoltà finanziarie, che potrebbe mettere a serio rischio lintero bilancio comunale e quindi la sostenibilità dellarticolata rete di servizi.
Il Comune di Rimini ha scelto lapproccio della tax compliance, che prevede di agevolare i contribuenti nelladempimento degli obblighi tributari, lasciando solo come extrema ratio il recupero forzoso, ma sul fronte della Tari i risultati sono stati scarsi. Basti pensare che a fronte di solleciti per un milione di euro verso le categorie morose, sono stati recuperati attraverso la tax compilance appena 50.000 euro. Nonostante dunque le agevolazioni e limponente attività di recupero dellevasione (che, almeno parzialmente, funge da cuscinetto al problema degli insoluti), oggi è a fortissimo rischio di mancata riscossione una cifra imponente che inciderà in percentuale anche sulla Tari 2015.
A questo proposito le linee guida del Ministero delle Finanze impongono ai Comuni, in presenza di un insoluto, di imputare alla tariffa complessiva dellanno successivo una percentuale pari al 5% dellimporto del piano finanziario, percentuale che nel nostro caso corrisponde a circa 1.800.000 euro.
Alla luce di tutto questo, per il prossimo anno dunque si può già prevedere un aumento della tariffa Tari che, per Rimini, nellarco quinquennale tra il 2010 e il 2014 ha registrato un aumento del 9,08%, più contenuto rispetto a gran parte dei capoluoghi in Emilia Romagna e/o limitrofi. (vedi anche tabella allegata).