Il rischio che non possiamo permetterci è che un delicatissimo tema di salute pubblica venga utilizzato ai fini di mera propaganda politica. Il mio timore è condiviso con la maggioranza dei direttori didattici con cui mi sono immediatamente confrontato. Ripeto quanto già detto più volte, ovvero che, se è legittimo e doveroso tener conto delle esigenze di tutti, non ci si deve dimenticare che attenzioni prioritari vanno dati a quei bambini più deboli e con problemi di salute, che non potendosi difendere, non hanno scelta se non quella di sperare che chi invece può, si vaccini, tutelando così gli uni e gli altri.
Con questo intento abbiamo attuato da subito una intensa attività, sia culturale che amministrativa, di sostegno alle vaccinazioni e contrasto verso chi non ottempera alla legge vigente che, è bene ricordare, è ancora la Lorenzin. Una legge che pone degli obblighi, sul rispetto dei quali stiamo facendo controlli continui, grazie ai quali abbiamo evidenziato una ventina di casi, per i quali sono partite altrettante denunce che sono giacenti in tribunale. Grazie a questo siamo riusciti ad innalzare sensibilmente la percentuale di bimbi riminesi vaccinati, recuperando in buona parte il gap storico. Certo, rimane ancora molto da fare, per questo è importante continuare quanto già avviato per allinearci alla media regionale.
La speranza è che si smetta di usare il tema dei vaccini come strumento politico e ci si ponga in ascolto dei dirigenti scolastici e delle amministrazioni, preoccupate unicamente di assicura ai propri cittadini, e per primo a quelli più deboli, il loro diritto allo studio.