Dichiarazione dell’assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini, Mattia Morolli

Data di pubblicazione

L’ultimo rapporto Invalsi dimostra che su 34 mila alunni, il 7% arriva al diploma di maturità con competenze da terza media.  L’indagine Ocse-Pisa appena pubblicata conferma che  un ragazzo su 20 non è in grado di distingure fatti e opinioni, dove la media Ocse è almeno uno su dieci. Dati in peggioramento rispetto a quelli  precedenti, del 2015.

 

È un quadro della scuola italiana disarmante che rende necessaria azioni urgenti per non rischiare di pregiudicare una generazione. Profonde disuguaglianze educative nord – sud e maschi – femmine aggravano una media italiana che ci pone fuori dai paesi più moderni e sviluppati.  Gli studenti italiani vanno meglio nelle scienze, ma il dato di fondo è una profonda inadeguatezza di fronte alla comprensione della realtà, della cronaca, della lettura dei fatti e delle notizie che, prima ancora che un buon studente, costituiscono la base per un cittadino consapevole.

 

Non mancano tanto le nozioni, insomma, ma il modo di applicarlo alla realtà che ci circonda, nelle scienze così come nella lettura. Un’emergenza che dalla scuola si trasferisce ai contesti famigliari, spesso assenti o deleganti in toto sui compiti e le responsabilità educative.

 

La sperimentazione riminese del modello finlandese. Salite a 10 le scuole “senza zaino”, quasi il doppio dell’anno scorso

 

Non è tanto, o non prevalentemente  a livello nozionistico, dunque, il gap della scuola italiana, ma a livello di modelli di gestione delle conoscenze.  Anche per questo motivo, negli ultimi anni, ci siamo concentrati su progetti di innovazione didattica che, in affiancamento, a quelli tradizionali, prendano ad esempi le migliori esperienze del nord europa. Didattica cooperativa, riduzione della lezione frontale, compattazione oraria, inclusione ed apprendimento circolare questi alcuni dei concetti cardine del modello di scuola finlandese (e della scuola senza zaino) che Rimini sperimenterà, tra le prime in Italia, all’interno di alcuni classi del Circolo didattico 6. Il modello finlandese prevede una programmazione volta all’implementazione delle competenze tramite la valorizzazione dei talenti. Una scuola aperta alle famiglie e alle realtà sociali del territorio, che verranno coinvolte dentro la scuola. Scuola dunque come spazio sociale e non solo didattico, come risorsa culturale e non solo come luogo di insegnamenti. Già con la scuola senza zaino – che nell’arco di un anno è salita da 6 a 10 scuole che la sperimentano - ora con il modello finlandese, andiamo ad innovare il modo di vivere e frequentare la scuola, grazie al coinvolgimento e la passione di insegnanti, direttori didattici e famiglie. Solo da una condivisione piena di tutti questi attori può arrivare, pezzo dopo pezzo, la realizzazione di progetti in grado di allargare in direzione trasversale l’offerta didattica di un numero crescente di classi e scuole. Un modo per aumentare non solo le nozioni, appunto, ma anche la lettura della realtà e della società.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:37