Le considerazioni sulla prospettiva del nuovo piano spiaggia e della rigenerazione a 360 gradi dell’arenile.
"Il compromesso trovato ieri sul decreto concorrenza e sulle concessioni balneari è sicuramente positivo rispetto alla prospettiva tracciata da Draghi di una impasse che avrebbe messo a rischio fondi europei decisivi per la ripartenza del Paese. Non si può però non sottolineare come il procedere a stenti, le incertezze e un quadro normativo ancora ben lontano dall’essere nitido siano motivo di preoccupazione tanto per le categorie quanto per gli enti locali, in particolare per i Comuni come Rimini, che hanno del prodotto turistico balneare uno dei principali core business.
Nei fatti, l’accordo raggiunto ieri al netto di qualche aggiornamento più sostanziale, non aggiunge elementi di chiarezza rispetto al quadro di solo pochi mesi fa. Il nodo resta infatti quello dei decreti attuativi, ancora una volta rinviati dal Governo nel tentativo di trovare la quadra per avanzare col ddl entro la deadline del 30 maggio. Se è vero che il rinvio apre la possibilità, come giustamente evidenziato dal presidente Bonaccini e dall’assessore Corsini – ad un confronto più approfondito con le Regioni nel merito dei provvedimenti da adottare, dall’altra parte ci troviamo per l'ennesima volta in un limbo, nell’attesa di riferimenti normativi ancora da mettere nero su bianco e decisivi per i Comuni per arrivare alla definizione delle gare, il cui termine è stato confermato al 31 dicembre 2024. Nella pratica, i Comuni si trovano - ancora -nella scomoda posizione, tra l’incudine e il martello: da una parte l’incombenza di dover rispondere alle direttive europee e predisporre le gare, dall’altra la chimera di arrivare a soluzioni condivise che si traduce nell’indecisione. Una confusione che danneggia tutti, dagli operatori ai Comuni, esposti così alla possibilità tutt’altro che remota di incorrere in ricorsi e cause. Questo vale ancor di più per le amministrazioni come quella di Rimini, che hanno investito e continueranno ad investire importanti risorse nella riqualificazione ambientale e di servizi della zona costiera, tra Psbo e Parco del Mare. Un percorso che per essere completo necessita dell’apporto e dello stimolo delle componenti private ed imprenditoriali del balneare, ancor più nella prospettiva del nuovo piano spiaggia e di una rigenerazione a 360 gradi dell’arenile, che si intreccia inevitabilmente con le evidenze pubbliche a cui andremo in conto.
L’impressione è che il Governo stia trattando la riforma del demanio marittimo al pari di una delle tante norme inserite nel grande contenitore del ddl concorrenza. Con una grande, sostanziale, differenza: il riordino della materia avrà riflessi non tanto e non solo nell’immediato, ma ciò che si decide oggi sulla spiaggia deciderà il futuro delle nostre coste per i prossimi decenni".