Sono affermazioni certamente potenti, riprese da un’intervista non nuova, che sono il frutto di una semina che Bergoglio ha portato avanti nel suo mandato e che ci consentono di andare oltre a tempi bui e di oscurantismo che sono lontani anche dal Vangelo oltre che in contrasto con la realtà dei nostri giorni. Il Papa ricorda quello che dovrebbe essere ovvio, e cioè che tutti hanno diritto ad essere accolti, avere una famiglia in cui ritrovarsi e ad essere tutelati. Il Comune di Rimini in questo senso ha già fatto la sua parte, con la predisposizione del regolamento per le unioni civili che ha consentito dal 2016 ad oltre una cinquantina di coppie di regolamentare il proprio rapporto.
Sarà per le parole dirette usate in questa circostanza, sarà per il palcoscenico in cui sono state rilanciate, ma le affermazioni di Papa Francesco sono diventate virali, condivise sui social con commenti entusiasti (molti) e critici (fortunatamente pochi). Direi che è un buon segnale, se non fosse che fare un post su Facebook richiede lo sforzo di un minuto, mentre tradurre nella vita quotidiana la condivisione di un principio richiede coerenza. Troppe volte a prese di posizione di facciata, istintive, non corrispondono i fatti. A partire anche dai modi di dire, dalle parole usate con troppa leggerezza, etichette e stereotipi che sono figli di incrostazioni del passato. Ecco, il mio auspicio è che le frasi di papa Francesco abbiano un’eco non solo sui media, ma siano l’occasione di una vera evoluzione nei nostri comportamenti, ci consentano di superare i nostri pregiudizi, di affrontare finalmente con maturità argomenti come l’omosessualità e l’amore tra persone dello stesso sesso. Un cambio culturale di cui se ne avverte il bisogno”.