Eppure, in questa strana stagione, quel migliaio e più di persone che in poco più di una settimana si è messo in fila per sottoporsi al test sierologico rapido sono il segnale più incoraggiante della presa di coscienza e del senso di responsabilità di una comunità che sa che il Covid-19 si affronta solo se ognuno fa la propria parte. In questi giorni sono state tantissime le persone che hanno approfittato dell’opportunità messa in campo dall’Ausl Romagna e dalla Regione attraverso il progetto “Riviera sicura”, l’attività di screening che sta toccando tutte le principali località della nostra costa. Dieci minuti di tempo per capire se si è entrati in contatto con il virus e in caso di esito positivo effettuare i successivi accertamenti con il tampone naso-faringeo. Sfidando anche il caldo di questi giorni, si sono messi in fila attendendo il proprio turno sia vacanzieri che hanno rinunciato a qualche ora di spiaggia, sia tantissimi riminesi, molti dei quali al rientro dalle ferie fuori città. Una risposta è stata ottima, a testimonianza della bontà e lungimiranza dell’iniziativa dell’Ausl e della Regione e soprattutto ad ennesima riprova del fatto che i cittadini hanno la consapevolezza che la salute della comunità passa per la prevenzione.
La chiave dunque è quella di valorizzare questo senso di responsabilità, mettendo i cittadini nelle condizioni migliori per dare il loro contributo attraverso modalità di screening veloci ed economiche, senza dover fare trafile e prenotazioni. E’ importante ancor più in questa fase, alla luce dell’incremento di casi di positività che si continua a segnalare in tutta Italia e in previsione della riapertura delle scuole. Ecco perché ho avanzato all’Ausl la proposta di fare tesoro dell’esperienza positiva della clinica mobile, replicandola a servizio in particolare degli insegnanti e del personale scolastico. L’idea è quella da inizio settembre, con il ritorno in aula degli insegnanti, di posizionare il camper dell’Azienda sanitaria fuori nelle vicinanze dei principali poli scolastici, penso al centro studi della Colonnella o Viserba, in modo che gli insegnanti che ne manifestino la volontà, abbiano la possibilità di sottoporsi al test rapido ottimizzando i tempi.
A margine, vorrei fare un richiamo anche ad una particolare categoria, quella delle badanti, a contatto con la fascia di popolazione più fragile e più colpita finora da questo insidioso virus. L’appello, anzi molto di più di un generico appello, è che queste figure professionali, in gran parte cittadine dell’est Europa al rientro in questi giorni dalle ferie trascorse nei loro paesi, si sottopongano alla quarantena volontaria e al test, in modo da limitare al minimo i rischi per i loro assistiti.
Se c’è una lezione che il Covid ci ha dato è che occorre superare l’individualismo e che le nostre scelte, i nostri comportamenti, hanno una ricaduta su chi ci sta intorno. Il virus approfitta dei nostri cali di attenzione, del nostro disinteresse. Anche sottoporsi ad un semplice test è una forma di impegno civico, lo stesso di cui la nostra comunità ha dato una grande prova nel periodo più duro del lockdown.