Dichiarazione del Vice Sindaco e Assessore alle Attività Economiche, Maurizio Melucci

Considerazioni sul lavoro domenicale
Data di pubblicazione

“Faccio mie alcune considerazioni sul lavoro domenicale, sollevate dalle Organizzazioni Sindacali. Come Amministrazione Comunale è nostra priorità programmatica la tutela dei diritti dei lavoratori; mi pare che le azioni messe in atto negli ultimi 5 anni dall’Amministrazione Comunale di Rimini non solo abbiano dato incoraggianti risultati in questo senso ma stiano facendo scuola a livello nazionale. Sarebbe peraltro a mio avviso cosa opportuna che proprio le Organizzazioni Sindacali chiedessero anche ai Comuni limitrofi di adottare analoghi progetti orientati al contrasto del lavoro nero e irregolare. Ma questo è, come dire, ‘fuori tema’.

Colgo dunque volentieri l’invito a ragionare assieme su uno sviluppo della città che tenga in prioritario conto la salvaguardia della dignità della persona e del suo lavoro: mi impegno formalmente ad attivare un confronto allargato su questo argomento su un fronte ampio. Ma la responsabilità di amministratore nei confronti dell’intera comunità impone a tutti noi di affrontare i problemi, individuando le soluzioni più equilibrate, non aggirarli. E’ in tale contesto, ad esempio, che deve essere approcciata anche la questione delle strutture per la grande distribuzione. Rimini è ormai una realtà turistica 365 giorni all’anno e dunque, specie nei periodi non balneari, vi è una ricchissima presenza di ospiti, naturalmente interessati all’offerta commerciale della nostra città, sia essa in centro storico che nei centri commerciali.

Nei giorni scorsi è stata diffusa una interessante ricerca Cermes-Bocconi sull’abitudine agli acquisti da parte degli italiani. Emerge che quasi l’80% del campione vorrebbe più negozi aperti nella giornata di domenica. “Le aperture domenicali- ha scritto il Corriere della Sera, citando il rapporto Cermes Bocconi- sono percepite come un servizio per il consumatore, poiché consentono una migliore gestione del proprio tempo e permettono un acquisto più ragionato e consapevole. Ma sono anche un volano per l’economia, creando ricchezza e incentivando consumi”.

Nel dettaglio il rapporto sottolinea come:

  • l’eventuale raddoppio delle domeniche di apertura offrirebbe 9 mila nuove opportunità di lavoro nella grande distribuzione e circa 13 mila nella distribuzione tradizionale;
  • che l’81% considera più piacevole andare in centro con i negozi aperti;
  • che il 77,7% ritiene “un servizio” le aperture domenicali;
  • che il 54,8% giudica utili le aperture domenicali per fare acquisti “che in altro modo non si effettuerebbero”;
  • che la frequentazione dei centri storici delle città avviene, a negozi chiusi, da parte del 44% degli intervistati. Percentuale che sale al 55,9% a serrande alzate.

Giusto o sbagliato che sia, questo è il panorama complessivo che deve essere oggetto di attenta riflessione da parte della politica, dell’economia, delle forze sociali. Ed è su questo che nell’incontro di martedì scorso ho invitato le associazioni del commercio a pensare, ben consapevoli comunque che anche una risposta negativa non modificherà di una virgola quanto già da tempo in atto nei Comuni vicini, i cui negozi sono aperti (mi dicono, con soddisfazione) alla domenica.

Chiedo dunque anche alle Organizzazioni Sindacali: è possibile individuare strumenti o iniziative anche innovative, in grado di garantire pienamente la tutela e il riposo dei lavoratori e nel contempo le esigenze dei cittadini? E’ possibile, ad esempio, rimodulare gli orari di apertura durante la settimana in modo da- agendo sul monte ore complessivo- assicurare un servizio in più nella giornata in cui, volente o nolente, tutta la famiglia è riunita? E’ possibile verificare in tal senso quanto già stanno facendo le realtà vicine, non credo proprio in totale spregio dei diritti, delle leggi, delle sensibilità? E’ possibile valutare una eventuale, positiva ricaduta sui livelli occupazionali? E’ possibile, magari in una fase solo sperimentale, prendere in considerazione l’apertura delle attività commerciali una o due domeniche prefissate al mese, magari debitamente comunicata e supportata da iniziative e servizi che facilitino un lavoro umano e rispettoso dalle regole?

Se dal confronto che si aprirà, libero e non ideologico, scaturiranno dei no motivati a queste legittime domande, bisognerà prenderne atto e chiuderla lì, una volta per sempre.

Ma ciò non significherà comunque costringere i cittadini a cambiare le loro abitudini.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:13