Dopo un 2006 già di per sé positivo, specie sul versante del turismo straniero, si può dunque cominciare ad abbozzare lo scenario del trend, con tutte le indicazioni che ne scaturiscono.

Il 2007 per il Comune di Rimini si chiude con un + 3,5% per quanto riguarda gli arrivi e un + 1,4% per quanto riguarda le presenze; l'anno precedente aveva registrato sul 2005 un + 4,3% negli arrivi e 3,5% nelle presenze.

Nella sostanza in un biennio, Rimini ha saputo 'conquistare' 112.890 ospiti in più (arrivi) e accumulando 354.805 giorni in più di villeggiatura in città (presenze).

Sono numeri che parlano da soli, così come inequivocabili restano le cifre della crescita dei flussi turistici esteri. Nel 2007 la quota degli arrivi stranieri accresce dell'8,8% il dato già straordinario dell'anno prima (+ 15,2%), andando a sfondare la barriera delle 350 mila unità (361.453 per l'esattezza, pari al 23,5% del totale). Stessa musica per le presenze straniere: nel 2007 + 7,4%, a migliorare il + 11,5% del 2006. Interessante notare come l'aumento di questo segmento riguardi praticamente tutti i 12 mesi dell'anno, con una grossa ripresa a agosto (+ 11,4%) e novembre/dicembre (rispettivamente + 22% e 12,4%). Va sottolineato come nel 2006 l'incremento del dato estero sul turismo provinciale si sia attestato sul + 9,5% per gli arrivi e sul + 6,2% per le presenze; nel 2007 il dato estero segna + 7,6% negli arrivi e + 5,1% nelle presenze.

Viene quindi confermata per intero il rafforzamento della destagionalizzazione con crescite rispetto al già straordinario 2006 nei mesi 'non tradizionali' di gennaio, febbraio, ottobre, novembre e dicembre 2007.

Nel periodo statistico omologo preso dall'Osservatorio provinciale, vale a dire ottobre/dicembre, il Comune di Rimini fa segnare nel 2007 13.175 arrivi in più per un + 7,97% e 28 mila presenze in aggiunta rispetto all'anno precedente per un + 5,6%.

Non mancano però le riflessioni critiche, scaturite da queste statistiche. Il turismo nazionale, benché anch'esso in crescita (+ 1,9% negli arrivi) ha percentuali di incremento inferiori all'estero; ennesima dimostrazione a mio modo di vedere delle crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane, che non possono non riflettersi nella frequenza e nella durata della vacanza