Mettere mano alla scandalosa questione del rinnovo delle concessioni balneari è stata una delle priorità che i Comuni italiani attraverso Anci hanno sottoposto al ministro del Turismo Garavaglia non appena insediato al Governo.
"Sono decenni che la questione è lasciata lì, sostanzialmente irrisolta. Una situazione di confusione e stallo che si protrae da troppo tempo e che soprattutto nel contesto attuale - con il turismo italiano che tenta di ripartire dopo essere stato colpito al cuore dall’emergenza sanitaria - rischia di mettere in ginocchio migliaia di imprese e di paralizzare gli enti locali, esposti ai rischi di un contesto normativo aggrovigliato e contradditorio. Finalmente, pare che qualcosa si stia muovendo, proprio nella direzione che come Anci abbiamo sollecitato: secondo quanto riportato dal Sole 24 ore di oggi, il Governo sta lavorando a una ‘norma ponte’ per i prossimi mesi, che possa cioè salvaguardare la stagione turistica. Una soluzione ‘tampone’, per mettere nelle condizioni gli operatori di lavorare ed evitare un’estate nel caos, ma che deve essere seguita da un intervento chiarificatore e definitivo non appena terminata la stagione balneare. Questi provvedimenti provvisori, nella situazione attuale, sono comunque necessari. Bene quindi ma diciamo la verità: non possono essere la solita pezza, peggiore del buco precedente. Infatti sono oggi necessari, ma devono essere solo il viatico ad un intervento strutturale che consenta di togliere dall’imbarazzo centinaia di Comuni e migliaia di imprese, alle prese con una situazione surreale e ingestibile che ha come unico effetto quello di compromettere l’economia che fa leva sul settore turistico, già duramente penalizzata, bloccando di fatto anche i possibili investimenti per la rigenerazione e la modernizzazione delle spiagge e in generale dell’intero comparto. Credo che proseguendo nel confronto costante che Regioni e Comuni stanno portando avanti col ministro Garavaglia, si possa arrivare ad individuare una strategia chiara, per archiviare una volta per tutte il problema delle concessioni e soprattutto per iniziare a progettare quel Piano nazionale della costa indispensabile per il nostro Paese. Si arrivi dunque a una proposta italiana e la si tratti e la si concluda in Europa. Draghi, e il suo governo, può farlo”.