Dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e dell’assessore alla Scuola, Mattia Morolli

Data di pubblicazione

“Il silenzio non è degli innocenti. Il silenzio è di chi dovrebbe solo arrossire per l’imbarazzo. Tanto più se in ballo c’è la salute di una persona, di mille persone, di una comunità intera. E copertura di gregge non significa per forza fare le pecore, con tutto il rispetto per questi animali.

Gli impietosi numeri divulgati ieri dall’Ausl Romagna sull’inottemperanza all’obbligo vaccinale tra i minori di 18 anni sono una grande vergogna per la provincia di Rimini. Sottolineiamo tre volte con il pennarello rosso il termine ‘provincia’. Perché, parliamoci chiaro, la vergogna questa volta non se la tira addosso il capoluogo: non funziona che si immola uno per l’immobilismo di tutti.  E anche in questo caso lo affermano i numeri: se sono 692, dati Ausl, i bambini in età 0/6 anni inottemperanti per l’obbligo vaccinale generale, i primi dati sulle iscrizioni alle scuole materne comunali  per l’anno scolastico 2019/2020 sottolineano come nel capoluogo chi viola la legge Lorenzin si attesti a una sessantina di casi, cifra destinata probabilmente a diminuire al 31 luglio. Siamo dalle parti del 10 per cento dei 692 episodi segnalati a livello provinciale...

Il Comune di Rimini, a fine mese, non accoglierà alcuna richiesta d’iscrizione alle scuole di propria competenza in assenza di un perfetto allineamento con la legge italiana sull’obbligo vaccinale. Non ci saranno deroghe, non ci saranno sconti. I no vax che rimarranno fuori dall’aula si rivolgeranno probabilmente a ogni grado di ricorso e Tribunale, come hanno fatto nei mesi scorsi impugnando la nostra ordinanza che dispone sanzioni pecuniarie. Ricordiamo che già il Tar ha respinto i ricorsi perché ‘nella comparazione dei contrapposti interessi, risulta manifestatamente prevalente la tutela del fondamentale interesse pubblico alla salvaguardia della salute rispetto all’interesse privato fatto valere in giudizio’. Noi questo continueremo a fare per le nostre scuole comunali, tutela della salute pubblica e della vita di tutti, a partire da chi non si può vaccinare e può morire per colpa di chi non lo fa, potendolo e dovendolo fare. Nel frattempo, dal 24 aprile, il Comune di Rimini ha erogato sanzioni per 84 mila euro a 55 famiglie per violazione dell’ordinanza sindacale. Come previsto dalla legge, se non avverranno i pagamenti si procederà all’iscrizione a ruolo, e ai relativi atti collegati (esempio, pignoramenti).

Dispiace dover registrare come, a fronte di numeri così preoccupanti e imbarazzanti, evidentemente non vi sia la stessa tensione verso questo problema sanitario da parte di molti altri soggetti sul territorio. Sempre, solo, costantemente mutismo. Per questo, e per evitare di finire con poche o nessuna colpa nello stesso vergognoso calderone, come Comune di Rimini chiediamo di essere messi a parte nelle sedi deputate- sanitarie, scolastiche e istituzionali – in ordine alle azioni di contrasto da parte dei seguenti soggetti:

-      Gli altri 24 Comuni della Provincia

-      La Provincia di Rimini

-      Il Provveditorato agli Studi

-      Le scuole statali, private, paritarie e convenzionate

-      L’Ordine dei medici e dei pediatri

-      L’Ordine degli avvocati (visto che pubblicamente, sui media tradizionali e sui social, loro iscritti invitano a non pagare sanzioni, erogate regolarmente da Ausl e Enti locali)

-      I partiti e i movimenti civici di ogni schieramento, rappresentati nei Comuni della provincia di Rimini

Se per un propagarsi di una cultura anti scientifica e anti medica; se per il continuare a far leva sulla paura di madri e padri rispetto ai vaccini; se per la diffusione di bugie spacciate per verità impossibili da provare con la scienza; se tutto ciò porterà a che si provochino danni a una sola persona o di un bimbo; è oggi doveroso che ognuno faccia la sua parte.

In tal senso, questa è una richiesta ufficiale di assumere una linea unitaria di azione e contrasto, con rigore e concretezza. Ed è ufficiale anche la domanda di conoscere il numero dei casi in violazione, divisi per Comune nelle scuole di competenza (le comunali).

Lo vuole, anzi lo pretende quella tutela della salute e quel rispetto delle fasce più deboli della comunità che dovrebbero stare al posto n.1 tra le priorità delle istituzioni di qualsiasi livello e di ogni tipo. Il silenzio non è la risposta. Nel vuoto assoluto, per ora però parlano quei numeri. Vergognosi”.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:39