Quella lineare, trasparente, che premia i galantuomini. Mattarella, a ben guardare, porta in dote una esemplare storia di civismo. La decisione del giudice siciliano, allindomani delluccisione del fratello Piersanti, di sfidare la barbarie della criminalità organizzata attraverso la condivisione di un percorso di partito non può essere né minimizzata né negata da qualsivoglia tentativo, vecchio o nuovo, di strumentalizzazione. Se la politica ha sfilacciato, fino a quasi spezzarlo, il suo contatto con il migliore civismo, ora cè la possibilità, forse la necessità, di ridarle dignità perché essa, al netto di tutte le storture e gli scandali, è una forma altissima di partecipazione civica.
La lezione del Presidente Mattarella può e deve far testo in ogni ambito, anche locale. Se si è chiari negli obiettivi e lineari nel metodo il risultato non può che essere quello di premiare e valorizzare il merito: di una persona, di un progetto, di una coalizione. Allora a guadagnarci è la comunità e il bene comune. Se invece linteresse è più rivolto al simbolo, piuttosto che ai fatti, ecco che si entra in una dimensione diversa. Accade, ad esempio, quando forze partitiche paiono più orientate a brandire il feticcio ideologico (magari per una presunta convenienza politica), ponendo in secondo ordine il merito e la sostanza di un programma di mandato realizzato in buona parte. La tentazione è quella di preferire la caratterizzazione attraverso distinguo ideologici piuttosto che la valorizzazione e lintestazione delle scelte politiche e dei risultati raggiunti. In questo caso non si fa un buon servizio alla buona politica. Dire, e uso un altro esempio, che a Rimini sui servizi allinfanzia o sulla gestione del bene acqua, si portano avanti politiche di privatizzazione, significa fare la stessa operazione di mistificazione culturale di quanti un tempo sostenevano che i comunisti mangiano i bambini. Non cè alcuna differenza, semanticamente parlando: si afferma una cosa palesemente scorretta sia nel primo che nel secondo caso. Cè un merito, ed è un merito che implica anche coerenza verso gli impegni di mandato che si prendono davanti ai cittadini; a quello la buona politica dovrebbe costantemente riferirsi. Se ciò non accade ovviamente non è il massimo, ma la vita va avanti. Anche facendo a meno di chi scambia gli impegni amministrativi per autobus da cui scendere alla prima fermata utile (a lui, a loro). Perché buona politica significa anche chiarezza.