Le polemiche e le accuse verso questo o quello sono quantomeno premature, soprattutto quando davanti ci si trova a fare i conti con un evento che, a detta degli esperti, per estensione (lintera linea costiera regionale e adriatica) e portata (livello dei fiumi
Parallela alla conta dei danni, che sarà definita entro la metà di questa settimana dopo linvio della modulistica ai Comuni in stretta relazione con la Regione, si svolge la ricognizione tecnica delle situazioni più critiche per esaminare le eventuali concause che potrebbero avere determinato un aggravamento di danni e disagi. Proprio in questottica, su mia indicazione, è stato convocato per mercoledì 11 febbraio lincontro congiunto tra tecnici della Provincia, Servizio Tecnico di Bacino, Autorità di Bacino e Consorzio di Bonifica per analizzare tutte le ragioni delle diverse criticità idrauliche dellintero territorio provinciale, così come scaturiscono in questi giorni e in queste ore. Un lavoro che sarà utile in due direzioni: 1) definire cause e concause più nel dettaglio servirà a meglio registrare il tema delle richieste di risarcimento, su cui la Regione ha dato una prima risposta e si è impegnata a darne strutturalmente; 2) avere un quadro preciso della situazione, anche in merito a manutenzioni e misure di salvaguardia della spiaggia, permetterà di agire con prontezza almeno per risolvere i problemi più contingenti con interventi organizzativi e ordinari.
Questo dobbiamo fare ora: certificazione dei danni, coinvolgimento della Regione su tutto il delicatissimo tema dei risarcimenti (che per Rimini, a questo punto, è fondamentale e non rinviabile), analisi dei contesti più critici in provincia per verificare leventuale sussistenza di concause più specifiche.
Più in generale, eventi come quello che laltro giorno hanno messo in ginocchio la regione e le province emiliane e romagnole, mettono in evidenza un problema che mai si segnala adeguatamente in tutta la sua pesantezza: se si costruisce troppo, male, e là dove non si dovrebbe, gli effetti negativi si perpetuano per decenni e ogni rimedio è tutta più un pannicello caldo. La prima misura di prevenzione è la tutela e una corretta gestione del territorio: su questo non vè alcun dubbio, così come non ci sono molti dubbi sul fatto che, sino a tempi recenti, il territorio venisse considerato una sorta di foglio bianco su cui si poteva fare tutto e di tutto. Responsabilità della politica, ma allo stesso modo e con lo stesso grado di responsabilità di una società intera che per troppo tempo ha preferito alimentare allegramente e spensieratamente una bolla di cemento piuttosto che abbracciare politiche di contenimento nelluso di territorio, elevando semmai la sua sicurezza. LItalia, tutti senza alcuna esclusione, dal dopoguerra, si è sviluppata così. Su quanto fatto in passato, purtroppo, possiamo ora fare il possibile, nel tentativo di arginare i problemi. Su quello che faremo di qui in poi, invece, possiamo fare molto, moltissimo. E ribadire, con atti e pianificazione, che il territorio non è un bancomat o uno sfogatoio per qualunque interesse (anche magari ammantato da presunti, nobili intenti), è la nostra priorità.