Nuove restrizioni rigorose, che tutti noi speravamo non sarebbero state più necessarie, ma che oggi appaiono come l’unica scelta possibile per evitare di andare a congestionare le strutture ospedaliere del territorio e per dare una vigorosa inversione di tendenza a quella curva dei contagi che si è pericolosamente impennata negli ultimi giorni.
In questo senso i numeri e i trend illustrati dai responsabili sanitari sono chiari, non sono opinioni. La provincia di Rimini ha tra le più alte percentuali in regione per vaccini eseguiti, tamponi fatti e procedure di contact tracing; le stesse terapie intensive oggi sono sotto controllo. Ma la prospettiva di crescita dei contagi nei prossimi giorni induce Regione e territori della Romagna ad assumere questi ulteriori provvedimenti. Così come accaduto in altre aree dell'Emilia Romagna, a partire dall'area metropolitana di Bologna. Particolarmente sofferta la scelta sulle scuole. Tutti avremmo voluto il contrario, in primis alunni e famiglie, ma la situazione oggi lascia pochi margini. Quei margini che responsabilmente dovremo tutti nei prossimi giorni cercare di ritrovare con il rigore dei nostri comportamenti, individuali e collettivi. Si torna quindi, per un periodo confidiamo limitato, alla didattica a distanza per tutte le scuole, al vincolo sugli spostamenti personali anche all’interno del proprio Comune: restrizioni che, a differenza di quanto accadeva un anno fa, viaggiano in parallelo alla campagna vaccinale, a cui sono legate le aspettative per uscire definitivamente da questa crisi pandemica. Ed è proprio su questo ultimo aspetto, quello dei vaccini, che il Paese deve accelerare: le famiglie, i lavoratori, le imprese, hanno bisogno di certezze, di tempi definiti. Serve un’immediata accelerazione sulla campagna di vaccinazioni, in modo che si dia un senso e una prospettiva certa e concreta ai cittadini. Stessa cosa vale per i ristori: chiusure, restrizioni, divieti saranno sempre meno compresi se non accompagnati da adeguate risposte in particolare per quei settori e quegli operatori più colpiti dalle misure restrittive che, seppur a corrente alterna, durano da oltre un anno. Programmazione, rapidità, efficacia: di questo abbiamo bisogno per salvaguardare la tenuta sociale delle nostre comunità”.