Nel 2012 ricevetti lettere anonime che contenevano esplicite e pesanti minacce per la battaglia contro il cemento che l’amministrazione stava impostando. Si ricorderà che in quel periodo eravamo nella fase di elaborazione del Masterplan, andando a chiudere, non senza polemiche, un lungo periodo durante il quale il territorio veniva utilizzato quasi esclusivamente per il suo valore quantitativo piuttosto che qualitativo. In quel contesto bollente, in cui si determinava la qualità e l’autorevolezza del governo locale all’indomani di elezioni che avevano dato un chiarissimo mandato in tal senso, le pesantissime lettere di minaccia, che vennero segnalate alle autorità.
Poche settimane fa, ho ricevuto un’altra lettera che, viste forma e contenuto, sembra appartenere alla stessa mano: minacce, da prendere in considerazione alla luce di alcuni riferimenti, per avere ‘bucato’ la bolla immobiliare. Ho ritenuto anche questa volta giusto e corretto informare le autorità competenti della cosa, senza farne un manifesto pubblico. E oggi, che la notizia è pubblica, dico questo: non bisogna né enfatizzare ma neanche sottovalutare. Non mi preoccupo. E chiaramente non sono questi atti vigliacchi a poter interrompere l’azione dell’amministrazione comunale a tutela del territorio. Così come nessuna di queste minacce può determinare una modifica delle abitudini, sia nell’attività amministrativa sia nella vita privata.
Un anno fa avevo detto: nella battaglia contro il cemento, Rimini è andata avanti, e ha vinto nelle sedi deputate, molte delle sue battaglie contro un uso non più tollerabile del territorio. Con la schiena dritta e facendo quello che si doveva fare a difesa della comunità.
Sottoscrivo tutto questo a distanza di un anno. Ringrazio le autorità competenti, Procura e forze dell’ordine, per questa sensibilità e attenzione, in un rapporto corretto e senza fare allarmismi”.