Il messaggio è chiaro: non molliamo proprio ora ma stringiamo i denti ancora per alcuni giorni. Non è stato conquistato ancora nulla.
Per questo, a Rimini, Pasqua e Pasquetta non saranno i giorni delle gite e delle passeggiate. Se oggi c’è una speranza, tradirla e vanificarla ora sarebbe un disastro. Anche per le attività economiche e produttive che vedrebbero annullati sacrifici e chiusure. La speranza, la luce, sarà più forte se rispetteremo i comportamenti e le disposizioni dure che ci siamo dati. Ho ricevuto messaggi, dialogato con cittadini famiglie, lavoratori, imprese. Siamo pieni di apprensioni. Domande. Dobbiamo essere né angosciati né tranquilli, ma lucidi e determinati. Anche nel rispetto della più forte ed efficace misura scientificamente provata contro il virus: evitare contatti e relazioni. E lo dico con chiarezza: non ci sarà misura del presidente del Consiglio, della Regione o di un sindaco che tenga se ognuno di noi non osserva le misure. Non ci può essere un carabiniere, un poliziotto, un vigile per ogni persona, per ogni italiano o riminese. È vero che l’indice del contagio per ora si è attenuato rispetto al picco, ma i contagi aumentano e gli ospedali che hanno retto fin ora sono pieni e non infiniti. Questa è la realtà.
Dicevo della speranza e apro una parentesi sul turismo. Il turismo, in Italia, è sempre stato nominato e evocato per la sua importanza ma poi, nel concreto, non ha mai potuto contare su politiche industriali analoghe a quelle di altri settori. Questo choc traumatico, questa “bomba atomica invisibile” è caduta sulle nostre vite e sulle nostre imprese. E ha colpito e colpirà al cuore il turismo: perché è quel comparto unico che è basato sullo spostamento della gente, sullo stare insieme sulle relazioni sociali, e quel settore che “importa” persone e non esporta merci. Allora si prenda questo per fare e adottare per il turismo quello che non si è mai nella realtà fatto: una politica industriale strutturata a corto, medio, lungo periodo. L’Italia e l’Europa.
Come detto Il turismo è, più degli altri comparti industriali, colpito al cuore da questo virus perché lavora sulle persone che si ‘importano’, sulle relazioni sociali. E il Covid 19, abbiamo visto, stiamo vedendo, incide negativamente proprio sulle relazioni tra persone. Alla fine dei conti, se questo non è il momento di uscirne tutti assieme con una vera politica industriale strategica, davvero non so quale e quando potrà mai essere il momento.
Questa mattina ho parlato personalmente con il Ministro al Turismo, Dario Franceschini. Con lui al fianco, Regioni, Comuni, Anci, chiederanno oltre al ‘Cura Italia’ che prevede varie misure, una misura ad hoc, un provvedimento straordinario Turismo Italia. Un provvedimento per il comparto turistico, che si caratterizzerà per una fortissima immissione di liquidità per sostenere prima di tutto la domanda. 1 MILIARDO subito di euro, immesso rapidamente nel brevissimo periodo, cioè ora, intanto per attuare una ‘Card Turismo’ in grado di dare a ogni famiglia un bonus di 500 euro per trascorrere la vacanza negli alberghi, negli stabilimenti balneari, nelle strutture dell’ospitalità italiane, da usare nell’arco di un anno. Per città come Rimini, che hanno investito e stanno investendo sulla connessione mare/cultura, è un provvedimento fondamentale per alimentare l’intera filiera, dal balneare alla città d’arte e della cultura.
Sul breve periodo si chiede al Governo un programma che potremmo sintetizzare in specifici punti: sostegno ai lavoratori stagionali e cassa integrazione in deroga estesa anche al comparto turistico; proroga al 2021 dei pagamenti, sospensione al 2021 del versamento delle imposte e dei mutui per le imprese; rilancio degli investimenti in opere pubbliche strategiche; strumenti finanziari per la riqualificazione e l’innovazione delle strutture ricettive e turistiche. Queste, insieme alla Card Turismo, le misure di breve periodo da domani. Nel giro dei prossimi giorni dall’Italia dovrà partire la proposta all’Europa, affinché si sviluppi una sorta di piano straordinario, perché il turismo diventi asset strategico europeo su cui far convergere misure e risorse - al pari e oggi vorrei persino di dire più - di settori nei quali le misure esistono da anni.
L’Italia dovrà essere protagonista di questa nuova politica industriale del turismo in Europa. Un continente che o vive di relazioni tra persone o non esisterà più nei fatti. Un programma Europeo che sostenga l’idea stessa di movimento e relazioni senza confini tra persone, che è cardine dell’essere europei e sostenga questo comparto industriale, fatto da milioni di lavoratori, altrettante imprese, opere pubbliche e finanziamenti privati.