Negli ultimi giorni abbiamo avuto esempi di come la campagna elettorale possa degenerare, lasciando spazio a boutade prive di logica e volte solo ad accendere i riflettori sul protagonista di turno. Abbiamo assistito alle solite promesse, eco di quelle già sentite in anni recenti, roboanti e a ridosso delle elezioni. E che non si sono tradotte in nulla di concreto: esemplare la più volte annunciata risoluzione della Bolkeinstein o quella del federalismo demaniale in favore degli enti locali, per non parlare degli annunci e delle performance del ministro del turismo Brambilla. In questa fase però non si può sacrificare anche laeroporto nella speranza di guadagnare una manciata di voti.
La rincorsa al consenso a tutti i costi a volte fa perdere di vista lobiettivo principale: lo sviluppo del territorio. Salvare il Fellini non significa appuntarsi una medaglia sul petto, ma creare economia e posti di lavoro, incrementare il turismo e dare opportunità di sviluppo. E vero, per uscire dalle sabbie mobili è indispensabile lintervento dei privati, lo stiamo ripetendo da mesi. Ma dove sono le proposte da parte degli oppositori per cercare di trovare i capitali? Certo, è più semplice puntare il dito senza indicare quali siano i percorsi da seguire per cercare insieme di dare al Fellini il carburante che gli serve. Urla, diktat e propaganda non servono. Siamo in una fase di procedura straordinaria che va al di là del tema della governance. Stiamo seguendo un percorso preciso, che deve essere autorizzato e vagliato dal tribunale.
La discussione è talmente annebbiata dalla imminente chiamata al voto, che si è persino arrivati a criticare linclusione del nostro scalo nel piano nazionale degli aeroporti predisposto dal ministro Passera. Un obiettivo raggiunto grazie agli sforzi fatti dai soci per dimostrare la validità del progetto aeroporto e grazie alla credibilità che Rimini vanta. Pensavo fosse superfluo, ma a questo punto è dobbligo sottolineare che il Fellini è stato considerato tra i 31 aeroporti principali del Paese non solo per il flusso dei passeggeri che ha sfiorato il milione, ma soprattutto perché ne sono state riconosciute la potenzialità e la strategicità per lintero Adriatico. Un risultato che sarebbe stato impossibile da ottenere se i soci e devo dire ormai tutta la comunità riminese - non avessero fermamente creduto che valeva la pena investire sul Fellini.
Noi ci crediamo ancora e auspichiamo che nessuno adesso faccia passi indietro. Adesso viene il difficile: era facile appoggiare il Fellini quando non cerano nubi in vista o quando atterravano note compagnie e tutti volevano rivendicarne il merito. Equesto il momento di assumersi le responsabilità. La politica si fa governando anche processi difficili, in campagna elettorale si fa solo propaganda.
Capiamo che la campagna elettorale richieda di giocare al rialzo e di puntare sempre al titolo più ad effetto sul giornale, ma quando oggetto della discussione è un asset strategico per lintero territorio come quello dellaeroporto internazionale di Rimini, è doveroso da parte di tutti i soggetti coinvolti avere un atteggiamento responsabile.
Data di pubblicazione