Il presidente Stefano Bonaccini ha impostato il suo programma sul tema del cambiamento e del rinnovamento. Bene, benissimo. Rimini, il nostro territorio, nei mesi scorsi, ha motivato le istanze di una sua piattaforma programmatica, facendo leva sulla chiarezza delle risposte da fornire in ordine a riassetto istituzionale, sviluppo turistico, programmi di riqualificazione urbana, utilizzo dei fondi europei per la rigenerazione delle città. Non sta a nessuno oggi giudicare le scelte fatte per il governo regionale. Occorre però capire se queste vadano verso quel profilo di riformismo forte, senza barriere, a tutto campo, che il presidente del consiglio Renzi ha avuto il coraggio di innescare e Bonaccini riprendere. E che a Rimini chiediamo.
Si dovrà lavorare affinché la traiettoria della nuova Regione, sicuramente non nelle persone ma nello spirito, non sia determinata da dinamiche di un peso tutto politico bolognese-emiliano e da qualche blocco consolidato (vedi quello universitario). Basti vedere le deleghe più operative, dalle infrastrutture alla sanità al welfare, alle attività produttive, al turismo, al commercio. Certe scelte di aree vasta innovative che ha fatto la Romagna su sanità, trasporti, risorsa idrica, fiere non possono essere frenate ma al contrario valorizzate e diventare punto di riferimento per gli altri contesti regionali. Da questo punto di vista il segno di innovazione che va dato subito è che lEmilia Romagna sia la prima in Italia a imporre un suo disegno di architettura istituzionale, dalle unioni dei Comuni, alle aree vaste, alla macroregioni. Anche per superare lassurdo stallo delle Province. Gli impegni presi da Bonaccini in questi giorni sono comunque garanzia di un processo serio.
Il discorso è profondo e articolato. Coraggio, responsabilità e innovazione. Cito non a caso il tema del turismo, che ci tocca da vicino: riforma della Legge 7, concessioni demaniali, Bolkestein, una politica industriale vera per il turismo che Rimini ha prodotto e proposto a servizio della Regione. I tentativi di innovazione di prodotto e di processo nel turismo non possono essere bloccati da posizioni e interessi particolari, come è già successo. Qui bisogna essere molto chiari, molto determinati, molto fermi, uscendo dalle bandiere demagogiche che ora promettono la vendita delle spiagge o il diritto di superficie.
Rimini non starà a guardare. Il riformismo annunciato non può finire in un cassetto o esaurirsi nellevocazione. In tal senso mi auguro, e sono sicuro, che la delega fortemente e tradizionalmente tecnica che Emma assume, possa essere valorizzata nel senso di scelte e contenuti politici e riformisti, di merito cioè rispetto alle esigenze anche del nostro territorio.
Dal punto di vista del PD, infine, registro come questa operazione per il nostro territorio non sia a saldo zero. Portiamo la competenza e la serietà di Emma Petitti in via Aldo Moro e perdiamo la competenza e la serietà di Emma Petitti al Parlamento. Registro questa cosa come un dato quasi statistico: purtroppo siamo lunico territorio in Regione in questa condizione.
Comunque buona fortuna al presidente Bonaccini e buona fortuna alla sua squadra.