Il gravissimo, drammatico episodio accaduto questa notte in via Flaminia deve obbligatoriamente far rialzare la guardia democratica da parte della città e della comunità intera.
Lassalto verso una persona debole non è una ragazzata o opera di balordi ma il frutto di azioni criminali permeate da una mentalità profondamente violenta, discriminatoria, intollerante, sopraffattrice.
E allora tutto ciò ci interroga, più di ogni altro fatto di cronaca.
Interroga la politica e interroga la società, la scuola, la famiglia. Soprattutto dimostra come, nel Paese, la vera emergenza sia quella educativa. In Italia i luoghi deputati alla educazione sono sempre più depotenziati e messi in disparte, acuendo una evidente crisi didentità che spira forte su tutte le democrazie occidentali. Simili episodi di violenza tremenda e gratuita sono collocabili in un contesto di relativizzazione del valore della persona, del rispetto per gli altri, della pietas verso chi soffre.
Rimini- la città che, per numero e eccellenze, ha uno dei più consistenti patrimoni di associazionismo di volontariato in Italia- oggi è un po più debole di ieri. E fa ancora più rabbia che questi fatti accadano mentre la città è tappezzata di manifesti con limmagine di don Oreste Benzi e con il messaggio che è il suo più grande insegnamento Amare sempre.
Chiedere alle Autorità inquirenti di individuare i colpevoli e quindi punirli esemplarmente è il minimo. Quel giorno, peraltro, il Comune di Rimini si costituirà parte civile. Ma resta il problema di fondo: quel vuoto che il corpo sociale, la famiglia e la scuola italiana devono tornare a riempire non di parole sterili ma di significati che diano un senso a ogni vita.