Ma al di là della stranissima tempistica, la proposta protocollata ieri dallImmobiliare Sacramora relativa alla costruzione del nuovo stadio nella cosiddetta area Ghigi è da considerarsi naturalmente irricevibile per tutta una serie di motivazioni inerenti percorsi amministrativi, giuridici, politici e coerenza rispetto al programma di mandato.
In sintesi:
1) Ci sono due atti dindirizzo votati dal Consiglio Comunale e un bando di individuazione del soggetto privato proponente a garantire e vincolare il percorso portato avanti sinora in materia di nuovo stadio e pista di atletica. Non risulta che lImmobiliare Sacramora abbia mai concorso- come semmai avrebbe dovuto e potuto fare- a tale iter, trasparente e aperto a tutti. Se per qualcuno tutto ciò è carta straccia, volendo fare strame delle decisioni e prerogative del Consiglio Comunale e delle disposizioni di legge, non per questo si deve per forza accondiscendere alla volontà altrui. Questa non è unAmministrazione Comunale a sovranità limitata o eterodiretta;
2) Si deve ricordare che nella scorsa legislatura sullarea Ghigi fu attivato un project financing per la realizzazione di un impianto natatorio e altre strutture sportive la cui proposta privata non venne accolta nel luglio 2004 perché in palese contrasto con gli strumenti di pianificazione urbanistica e commerciale sia comunali che sovracomunali. Essa prevedeva la realizzazione del palazzo del nuoto e un centro sportivo multifunzionale in cambio di un centro commerciale di circa 25 mila metri quadrati. Allora lAmministrazione cassò giustamente la proposta, analoga per molti aspetti a quella attuale;
3) Realizzare un centro commerciale outlet di 27 mila metri quadrati è incoerente rispetto a: programmazione provinciale delle aree commerciali, indicazioni del nuovo Ptcp, indicazioni della Regione Emilia Romagna, indicazioni del bando di gara (non si può andare in variante al Ptcp), obiettivi del programma di mandato 2006/2011 (pag. 31 valorizzare con iniziative e sostegni economici adeguati la rete commerciale di prossimità (Rimini nord, sud e centro), avendo già raggiunto lequilibrio tra grande, piccola e media distribuzione, e dunque evitando di realizzare nuove strutture per la grande distribuzione commerciale)
4) Sulla base di quale valutazione, analisi, studio dimpatto sulla rete commerciale cittadina e provinciale si propone la realizzazione di un nuovo centro di grande distribuzione accanto a uno stadio, peraltro in unarea che già presenta notevoli problematiche legate alla viabilità e alla saturazione commerciale? Andare dietro a questa ipotesi fuori da ogni logica programmatoria significherebbe alterare lequilibrio commerciale sullintero territorio riminese, dando un colpo mortale alla rete presente nei centri storici;
5) Come è noto si sta realizzando il nuovo Piano Strutturale del Comune di Rimini. Quale filosofia razionale di pianificazione, in primis viaria e commerciale, può prevedere la contemporanea presenza di grandi strutture sportive e grandi centri commerciali (di cemento), in una delle poche aree di sviluppo della città sulla quale si dovrà ovviamente concentrare lattenzione del PSC? Alla faccia della programmazione sostenibile e in direzione dellincremento della dotazione di servizi!;
6) Buon ultimo. Il 30 settembre 2004 il Consiglio Comunale di Rimini votò allunanimità un ordine del giorno in ordine a sostegno e salvaguardia posti di lavoro e area produttiva dellex pastificio Ghigi in cui si impegnava chiaramente lAmministrazione Comunale a preservare la destinazione produttiva di quellarea, al fine di evitare speculazioni. Sedici di quei consiglieri comunali (tra cui due attuali capigruppo), equamente divisi tra maggioranza e minoranza, sono ancor oggi nel Consiglio Comunale di Rimini.
Per tutto questo la proposta giunta ieri- superficiale e addirittura nociva per la città- va respinta senza indugio, non essendo coerente (anzi, a volte apertamente ostile) con alcun elemento o passaggio amministrativo e di programmazione attuato o messo in essere. Ci fermiamo qui, non volendo concedere spazio alla maliziosa insinuazione che questa sia solo una manovra in extremis di imprenditori concorrenti con lobiettivo di ostacolare loperazione stadio.