Come non si può essere daccordo con il Ministro Padoa Schioppa allorché puntualmente rimarca la necessità di comportamenti costruttivi e consapevoli nella spesa da parte soprattutto degli Enti locali? E un giusto richiamo alloculatezza nellinvestire i soldi pubblici che i Comuni devono fare quotidianamente proprio. Ad una condizione, però. Che questa comprensibile insistenza del Ministro involontariamente non conduca a un pericoloso approdo: sono gli Enti locali i colpevoli dello spreco di denaro della collettività.
Uno Stato è tale se fa valere in ogni suo atto il principio esemplificato dal celebre racconto di Menenio Agrippa. La salute del corpo dipende dalla capacità di ogni sua singola parte di non ragionare come se fosse un sé autonomo; se uno dei suoi organi incrociasse le braccia, con il corpo intero verrebbe meno anche la parte che avesse preteso di far valere il proprio interesse particolare contro quello della totalità. In questo senso un Governo non può non essere preoccupato se, ad esempio, pur contraendo la tassazione a livello centrale, di fatto costringe la stragrande maggioranza dei Comuni ad inasprire i tributi locali. Cè qualcosa che non funziona se ciò accade. A meno che non pensare che improvvisamente, per colpa del destino cinico e baro, migliaia di Amministrazioni comunali decidano nel medesimo anno di incrementare i tributi. Rimini ha forzatamente deciso nel 2007 di applicare per la prima volta laddizionale Irpef quando sono venuti a mancare 5,2 milioni di euro di trasferimenti statali.
Ogni giorno i Comuni sono linterfaccia dello Stato con il cittadino; operano bene, sbagliano, ma sono lì a rispondere dei problemi, delle cose che vanno o non vanno. E queste risposte le devono dare celermente, anche assumendo ruoli che non sono i propri ma semmai appartengono a Enti sovraordinati che hanno tempi non coincidenti. E non è facile per un sindaco, un assessore andare a motivare lassenza o il ritardo di unopera con stanziamenti di risorse o iter che seguono percorsi lunghi e accidentati non direttamente dipendenti dallAmministrazione locale. A volte i Comuni si fanno direttamente carico di questioni che anche formalmente non gli appartengono: a Rimini pagheremo con risorse nostre la risoluzione di alcuni incroci pericolosi lungo una strada- la Statale 16- che è dellANAS.
Si dirà: lo Stato ne ha tanti di casi analoghi e non può arrivare a tutto. Ne sono consapevole e tutti i giorni faccio mio questo assunto e porto con me questa responsabilità. Lo stesso però chiedo a chi sta a Roma: raccomandare va bene, additare no. Serve rilanciare in maniera forte un rapporto più stretto e collaborativo tra Governo centrale e Enti locali, altrimenti fraintendimenti o equivoci creeranno diffidenza crescente. Come può rallegrarsi la testa per il suo bel colorito se braccia e gambe sono stanche e deboli?