Dibattito su scioglimento Province Intervento del Sindaco Andrea Gnassi

Sugli esiti di questa manovra, che definire fallimentare sarebbe un gesto di cortesia, sono già intervenuto, avrò modo di intervenire ancora, ma soprattutto sarà nostra cura spiegare dettagliatamente ai cittadini quello che l'attuale maggioranza politica che regge il Paese ha deciso succeda nelle comunità locali.
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Oggi approfitto della ospitalità degli organi di comunicazione per esprimere la mia opinione sul dibattito che in occasione della manovra si è sviluppato attorno all'architettura istituzionale.
Potrebbe bastare a questo proposito richiamare quanto detto dal Presidente della Repubblica che proprio ieri ha detto a proposito della ipotesi di riforma Costituzionale "Mi pare ci siano molta improvvisazione e approssimazione".
Un giudizio che condivido pienamente. Purtroppo però c'è di peggio. E ne abbiamo conferma se guardiamo ad esempio cosa è successo in particolare con il dibattito prima sui piccoli comuni e poi sulle Province. Penso che, come sempre ha fatto il centrodestra, si sia voluto dare il via ad una caccia alle streghe che distraesse, truffandoli, i cittadini dai veri nodi della crisi Italiana.
Al bisogno di riforme vere e profonde del sistema politico-istituzionale Italiano si è voluto, nell'ambito del mantra anticasta, rispondere con quello che la buona politica definirebbe un segnale, ma che in questa occasione è meglio definire una vittima sacrificale.
Nell'Italia dei privilegi parlamentari, delle Regioni a Statuto Speciale, delle migliaia di enti inutili ecc. ecc. , ma anche di coloro i quali sul narrare questo hanno fatto la loro fortuna, nel giro di 15 giorni l'antidoto al montante sentimento anticasta è stato individuato nella chiusura delle Provincie.
Non sono qui a fare la difesa d'ufficio, ma mi rifiuto di fare quello che sta accucciato dietro i compagni di banco tirando un sospiro di sollievo perché alla lavagna è stato chiamato un altro.
E voglio parlare di provincia perché Rimini è un caso emblematico italiano; SI noi, senza tanti sforzi di memoria, possiamo facilmente ricordare cosa vuole dire avere la Provincia e non averla visto che fino a 20 anni fa non l'avevamo.
Se riavvolgiamo il film di questi ultimi 20 anni per poi rivederlo ci accorgeremo che in questo lasso di tempo hanno preso vita le iniziative le strutture, e anche qualche infrastruttura con il quale il nostro territorio provinciale si prepara a vivere la competizione internazionale: Darsena, Fiera, Palacongressi, Università, Aeroporto, Patrimonio Scolastico, terza corsia dell'autostrada, il PTCP, i progetti e gli investimenti di valorizzazione dell'entroterra. Iniziative ed interventi dove tra l'altro la Provincia (ente) c'è anche con gli investimenti non solo con il logo o con le chiacchiere.
Così come, al contrario, se analizziamo quelli che sono i limiti e le criticità che più ci fanno soffrire e perdere di competitività sono quelli rappresentati dai ritardi accumulati quando eravamo solo "l'ultimo lembo di Romagna" o al massimo circondario. E' stato un periodo in cui il sistema territoriale Riminese è stato fuori dalla programmazione Nazionale e Regionale e le cui ferite ancora non sono sanate; un esempio su tutti la viabilità e mobilità in generale.
Mi pare che, oggettivamente, risulti evidente che con la Provincia il nostro Sistema territoriale abbia avuto l'opportunità di svilupparsi meglio. Dirò di più penso che grazie a questi ultimi 20 anni il ruolo del Sistema territoriale Riminese (quello dei 27 Comuni che costituiscono la Provincia) abbia avuto l'opportunità di attrezzarsi (anche se c'è da lavorare molto ancora) di più e meglio degli altri per attraversare la crisi e l'abbiamo fotto perché, grazie anche alla Provincia, siamo stati capaci di metterci a Sistema.
Ecco, in sintesi, perché non mi entusiasma la scelta tutta speculativa e diversiva dell'abolizione delle Province. Una scelta buona a calmare gli istinti di un periodo, ma poi? Cosa succede il giorno dopo che le province non ci sono più? Torniamo "l'ultimo lembo di Romagna"? Saranno ancora i pesi elettorali dei partiti a stabilire le gerarchie del territorio? Chi, come, garantirà ancora il ruolo e il rango di secondo sistema territoriale regionale che Rimini si è conquistato con gli interventi e le iniziative che prima ho citato?
Queste sono le domande che devono trovare risposta. Questo il prezzo che rischiamo di pagare assecondando acriticamente, o peggio, provando un senso liberatorio e salvifico alla chiusura delle province.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:08