Dopo i saluti di Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini, e di Alessandro Giovanardi, responsabile dell'Ufficio cultura della Fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini, illustreranno il lavoro eseguito da Imago e racconteranno la storia del prezioso codice Ernesto Milano, Barbara Bertoni, Maria Letizia Sebastiani, Paola Delbianco, Giordana Mariani Canova, Marco Veglia.
Chiuderà gli interventi un ospite deccezione, Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani.
Lillustre codice gambalunghiano della Divina Commedia (1392-1393 o 1399-1400) è generalmente noto come Dante gradenighiano o gradonighiano dal nobile veneziano Giacomo Gradenigo (ca. metà XIV secolo - ante 1420), diplomatico letterato e fine poeta cortigiano, che copiò il poema dantesco, lo corredò di un commento che ripropone in forma accresciuta e più organica quello di Jacopo della Lana, e premise alle cantiche alcune epitomi in terzine di Menghino Mezzani, Jacopo Alighieri e Giovanni Boccaccio. Egli svela la propria identità e il proprio ruolo di copista nel sonetto caudato posto nel contropiatto superiore, dove così apostrofa il lettore: Se saper vol letor cui il libro scrisse, gli capiversi il nome non fallisse. E in effetti le iniziali di ciascun verso, lette in acrostico, compongono il nome IACOMO GRADONICO.