A lui la città è grata per la indimenticabile leadership tecnica esercitata in altrettanto indimenticabili stagioni alla guida del Rimini basket. Un periodo esaltante che traguardò la pallacanestro locale sino all'eccellenza nazionale, alimentando una passione collettiva ancora adesso non sopita. Ma soprattutto Rimini e lo sport italiano devono essere grati ad Alberto Bucci per l'intelligenza non comune e una visione non convenzionale della vita e del mondo che voleva incessantemente esercitare in ogni campo. Non c'e stacco tra sport e vita, tra etica e professione. Grazie a questa voracità e curiosità intellettuale, Bucci, partendo dalle esperienze a Rimini e a Fabriano, è arrivato ad allenare grandi squadre europee, conquistando successi straordinari. Alberto, a differenza della 'tre sorelle' di Cechov, riuscì ad arrivare a Mosca.
Ma non si è mai accontentato perché quello era il suo carattere: vulcanico, zeppo di idee e di spinta, autonomo per definizione perché prima di tutto viene la persona. Così fece anche nella sua esperienza politica a Rimini: breve e animata da uno spirito puro, che desiderava guardare alle cose e alla loro essenza, piuttosto che interessi autoreferenziali.
Con Alberto Bucci se ne va un gigante della pallacanestro italiana. E per noi se ne va una persona che non si accontentava mai dell'apparecchio, che non si faceva mai dire 'la ricerca finisce qui', che ammetteva anche di sbagliare perché non è l'errore che definisce l'uomo ma la sua incessante, continua ricerca del suo meglio. Grazie Alberto, Rimini ti è grata e non ti dimenticherà mai. L'Amministrazione Comunale di Rimini si stringe attorno alla famiglia, ai parenti, agli amici di Alberto Bucci in questo momento di immenso dolore”.