E' una leva in più, uno strumento già previsto nell' 'Sblocca Italia' che può consentire operazioni utili e interessanti, così come avviene già tra i nostri competitor esteri dove è richiesta una proposta di ricettività anche di tipo residenziale. Proprio per questo l'opportunità di realizzare i condhotel deve essere sempre calata nell'ambito di programmi precisi che abbiano al centro il prodotto turistico e un progetto industriale turistico.
Il Condhotel è una forma particolare che non va calata genericamente su un territorio o su un'area: la precisione dell'obiettivo che si vuole ottenere è tutto, altrimenti si scivola nella pura speculazione immobiliare con l'illusione di voler riqualificare il patrimonio alberghiero. Siamo favorevoli all’innovazione di prodotto per il contesto urbano, per la spiaggia, per gli alberghi e le strutture ricettive. Occorre però inserire tutto ciò in una visione d’insieme. Noi vogliamo tutelare la rendita d’impresa e per questo crediamo che quella dei Condhotel sia un’opportunità vera se calata con precisione e con obiettivi di fondo ben definiti. Di converso, se venisse a mancare chiarezza, il rischio sarebbe quello del semplice palliativo o di alimentare la rendita immobiliare.
E’ stata fatta una buona legge regionale sull’urbanistica, che prevede al suo interno i cosiddetti Piani Urbanistico Generali (PUG). Come andranno a integrarsi questi con le disposizioni sui Condhotel? I Condhotel potranno essere applicati alle ex colonie marine? I servizi in comune (portineria, reception, anche ristorazione) saranno di livello o ci troveremo i panni stesi fronte mare? Il vincolo ricettivo è di 10 anni e dopo questo tempo cosa succede, si lascia spazio alle sole palazzine? Occorre però inserire tutto ciò in una visione d’insieme, in una strategia non per l’oggi ma che si chieda anche cosa succederà tra 10 anni. Come Comune di Rimini guardiamo con molto interesse e molta attenzione a questa novità, allorchè sarà messa nera su bianco, avendo in essere un radicale progetto di riqualificazione della zona turistica. Ma deve essere ben chiara una cosa: a Rimini questo non sarà il, 'tana libera tutti' per trasformare indiscriminatamente marginali o fuori mercato in appartamenti vista mare. Non permetteremo operazioni speculative proprio perché al centro di tutto sta la proposta e l'offerta turistica.
In questo senso la mia richiesta esplicita, più volte esplicitata anche in passato, è che il decreto attuativo regionale sia scritto coinvolgendo i soggetti attuatori delle future norme, e cioè i Comuni. E questo proprio perché ogni situazione territoriale ha una sua specificità che la genericità della norma non aiuterebbe a cogliere l’obiettivo. Credo e spero che la Regione Emilia Romagna colga questo contributo a una discussione e al coinvolgimento su un provvedimento strategico per il futuro di tutti i territori, evitando la tentazione di un neocentralismo che non permetterebbe di cogliere appieno gli obiettivi positivi del provvedimento.”