Com’è noto, con l’entrata in vigore della Legge n. 145/2018, art. 1, commi 675 – 685, sono state introdotte nuove disposizioni sulle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreativa, disposizioni la cui applicazione si rivela difficile e problematica.
Tra le novità introdotte dalle disposizioni richiamate, riveste particolare importanza l’approvazione di un decreto che deve stabilire i termini e le modalità per la revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime. Decreto che, tuttavia, non è stato ancora approvato e il cui ritardo genera situazioni di incertezza nei Comuni, negli operatori economici e più in generale rallenta i processi e i progetti nonché gli investimenti sulla riqualificazione di questa parte pregiata del territorio e dell’offerta turistica. L’applicazione del disposto normativo che stabilisce “una durata, con decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, di quindici anni” (sino al 31 dicembre 2033) delle concessioni demaniali marittime sta determinando grosse problematiche derivanti dall’orientamento giurisprudenziale che ritiene illegittime, in quanto in contrasto con i principi comunitari, le norme statali di proroga od estensione della durata delle concessioni demaniali medesime.
In questo contesto i Comuni, titolari delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo, da un lato vengono diffidati dai concessionari a convalidare l’estensione della durata delle concessioni demaniali marittime prevista dalla legge; dall’altro, qualora i giudici amministrativi o penali stabilissero l’illegittimità di tali estensioni disapplicando la norma statale, potrebbero essere chiamati a rispondere, sia in sede penale sia in sede civile e/o amministrativa per la rifusione di risarcimenti di eventuali danni subiti per la violazione del cosiddetto principio del legittimo affidamento.
Si segnala, inoltre, che a differenza del passato allorché il Ministero dei Trasporti emanò una circolare contenente le modalità operative per procedere alle proroghe dei provvedimenti concessori, a tutt’oggi non è stata emanata alcuna direttiva dai Ministeri competenti per l’estensione della durata delle concessioni, circostanza che determinerà inevitabilmente comportamenti e procedure diverse da parte dei vari Comuni costieri.
Da ultimo l’art 182 del Decreto legge n. 34 del 19/05/2020 (cosiddetto decreto Rilancio) convertito con Legge n. 77 del 17/07/2020, il legislatore stabilisce che le amministrazioni competenti non possono avviare o proseguire l’attività di devoluzione delle opere non amovibili sul demanio marittimo né le procedure di evidenza pubblica per il rilascio delle concessioni.
Inoltre l’art. 100 del Decreto legge 14 agosto n. 104 (Decreto Agosto) convertito con la Legge 13 ottobre n. 126 estende la proroga al 31 dicembre 2033 anche alle concessioni lacuali e fluviali, alle strutture dedicate alla nautica da diporto e a quelle gestite dalle società sportive.
“Una situazione- è il commento dell’Amministrazione comunale di Rimini- ingarbugliata, confusa, che danneggia il Paese, i territori, le comunità, gli operatori. Gli orientamenti giurisprudenziali mettono bene in evidenza una situazione di oggettivo conflitto tra la norma comunitaria e perfino quella nazionale sulla concorrenza rispetto ai più recenti provvedimenti governativi. Proprio ieri la sottosegretaria Bonaccorsi, in un confronto con il sindaco Andrea Gnassi, ha manifestato la volontà da parte del Governo Italiano di pianificare strutturalmente attraverso un vero e proprio Progetto Mare il presente e il futuro delle coste italiane. Uno sguardo complessivo su tutti gli aspetti riguardanti questo patrimonio strategico del Paese in ordine a riqualificazione e rigenerazione, anche utilizzando case history innovative come quella di Rimini. Se questa è la prospettiva, l’attuale quadro conflittuale tra normative nazionali e europee non garantisce nulla. Il rischio, segnalato dagli stessi operatori, è che a breve si debba ricominciare tutto da capo. Rimini ribadisce come sia urgente affrontare questo tema in maniera strutturale perché strategico per il Paese”.
In questo confuso contesto normativo nazionale, allo stato attuale il Comune di Rimini non può che dare attuazione alla procedura di estensione delle concessioni, come indicato dalla legge richiamata sopra.
Pertanto per attuare la procedura di estensione l’ufficio Demanio Marittimo del Comune di Rimini comunicherà nei prossimi giorni a ciascun concessionario i requisiti e le condizioni, nonchè la documentazione da produrre.
Le comunicazioni dell'Ufficio Demanio Marittimo giungeranno via Pec a ciascun concessionario, in tempi diversi in base alle fasi della gestione amministrativa, che è complessa interessando oltre 500 concessioni.
Il Comune di Rimini inoltre attuerà l'estensione mediante un atto ricognitivo e non attraverso l'apposizione di un timbro posto che il Ministero Economia e Finanze, in seguito ad approfondimenti tecnici, ha formulato un rilievo secondo il quale le proroghe e/o le estensioni debbono essere adottate mediante un atto espresso.