Al fine di avere tutti gli elementi rispetto ai temi e alle preoccupazioni sollevate, Comune e Provincia hanno convocato tutti i soggetti e le autorità competenti in ordine di autorizzazione e certificazioni. Sono infatti intervenuti i rappresentanti di Hera (ing. Enrico Piraccini), Arpa (dott. Mauro Stambazzi e dott.ssa Gianna Salles) e Asl (dott. Toni). Lincontro è stato allargato a tutti gli enti coinvolti nel progetto proprio nellottica della massima trasparenza nei confronti dei cittadini, con lufficialità che garantisce una sede istituzionale come la sala della giunta di Palazzo Garampi, dove si è tenuto lincontro.
Il sindaco e il presidente della Provincia hanno ascoltato le domande puntuali e dettagliate avanzate dal Comitato Rimini Up town: da parte dei residenti della zona sono stati chiesti chiarimenti sul perché i cittadini siano stati avvisati dellapertura del biodigestore solo una volta entrato in funzione; sul rispetto delle prescrizioni in materia di distanza dalle abitazioni e dalle coltivazioni; su quali rifiuti saranno smaltiti (tipologia e provenienza); se sono state fatte valutazioni sullimpatto della qualità dellaria e sulle possibili infezioni da batteri; infine hanno sottolineato come si stia assistendo ad una svalutazione del mercato immobiliare della zona a causa del contestato deturpamento dellarea.
Il Comitato ha quindi richiesto tra le altre cose che nel biodigestore venga trattata solo la raccolta differenziata della Provincia di Rimini e non quelli speciali ed extraregionali; che si effettui un monitoraggio continuo delle emissioni dellimpianto anche con lintervento dei cittadini e che si intervenga con una revoca immediata dellautorizzazione in caso vengano riscontrati valori superiori a quanto consentito; che venga chiuso definitivamente il sito della discarica e venga restituito al territorio come area verde e non con pannelli solari come da progetto SolarHerambiente già autorizzato; che il Comune si impegni ad non permettere più nessun nuovo sviluppo urbanistico del sito della discarica. A queste richieste messe per iscritto se ne sono aggiunte altre durante il dibattito vivace e partecipato che è durato per oltre quattro ore.
Il sindaco Gnassi ha esordito spiegando innanzitutto i motivi personali che gli hanno impedito la partecipazione allassemblea del 30 gennaio scorso, ribadendo comunque che lamministrazione era presente nella figura dellassessore Visintin, competente in materia. E stato dunque sbagliato non approfittare di quella prima occasione di confronto.
Entrando nel merito, il sindaco e il presidente hanno ammesso che cè stata una lacuna nella comunicazione nei confronti dei cittadini, lacune che spesso anche la stessa amministrazione deve subire. Ciò è accaduto perché lintervento non prevedeva aumento di volumi o altri interventi impattanti e andava nella direzione del miglioramento delle condizioni precedenti. Ora bisogna prendere atto della situazione esistente sul tema complessivo dei rifiuti (raccolta differenziata, termovalorizzatore, biogas) e capire come possiamo governarla ha spiegato il sindaco, che ha sottolineato come certe problematiche attuali siano il frutto di una non così marcata sensibilità sul fronte ambientale della città nella storia del suo sviluppo. Limpegno di questa amministrazione è quello di cambiare il modello di sviluppo, con meno cemento e più sostenibilità. Quello di Ca Baldacci è un problema che non riguarda solo quella fetta del territorio, ma riguarda tutta Rimini. Sulla stessa lunghezza donda il presidente della Provincia Vitali che ha riconosciuto una sottovalutazione della questione da parte degli enti preposti e che ha annunciato che a breve saranno fornite risposte puntuali e circostanziate alle precise domande dei cittadini.
Il confronto di ieri è servito per porre le basi per un processo partecipativo e trasparente, con lobiettivo condiviso di limitare i disagi connessi alla presenza di un impianto che è al servizio del territorio provinciale. Si parte dal presupposto avanzato dagli stessi cittadini: nel 2011, con il precedente impianto di compostaggio, si era raggiunto un buon punto di equilibrio, con disagi contenuti per i residenti. Lobiettivo primario dunque non è solo quello di ripristinare quellequilibrio, ma di mettersi al lavoro per migliorare ulteriormente le condizioni.
Dal dibattito infatti sono stati trovati dei punti di convergenza tra cittadini e amministrazione. Il primo punto riguarda i transiti dei mezzi pesanti che trasportano i rifiuti al biodigestore: lamministrazione si è presa limpegno di avanzare la richiesta al gestore di trovare tutte le soluzioni per arrivare ad una riduzione usando i tasti a disposizione (come il dirottamento di alcuni transiti a impianti vicini, ottimizzare la gestione dei flussi dalla zona sud e dalla Valmarecchia e aumentare la capacità dei mezzi) per arrivare ad un 20% in meno di viaggi. E comunque garantito lo stop ai transiti nei giorni festivi e il sabato solo fino a mezzogiorno se necessario.
E stata avanzata la richiesta di abbattere linquinamento luminoso e lingegner Piraccini di Hera ha annunciato di aver già dato ordine ai tecnici dellimpianto di limitare lilluminazione. In questa fase ha specificato in cui limpianto non è ancora a regime ci sono dei disagi che rientreranno una volta completata la realizzazione. Anche per quanto riguarda lemissione di odori, Piraccini ha rassicurato i cittadini: il nuovo impianto è completamente chiuso, quindi le emissioni saranno destinate ad una drastica (se non totale) riduzione.
Altro punto di convergenza riguarda linstallazione dei pannelli fotovoltaici a terra, che secondo lautorizzazione regionale dovrebbero ricoprire il corpo della discarica. Lamministrazione comunale ha annunciato che richiederà lo stralcio della prescrizione, consentendo solo il posizionamento dei panelli sul tetto degli edifici e che sarà creata unarea verde. Il Comune ha chiesto inoltre la realizzazione di un progetto condiviso per mitigare limpatto visivo dellimpianto di biodigestore, percorso per il quale si è chiesto anche il coinvolgimento dei cittadini.
Lamministrazione comunale ha poi sottoscritto la richiesta dei cittadini di portare al biodigestore solo i rifiuti della Provincia di Rimini, che in ogni caso già rappresentano il 97% del prodotto trattato.
Con gli interventi di Arpa e Asl si è poi sgombrato il campo da alcuni dubbi, come la diffusione di batteri pericolosi per la salute. Allo stesso tempo lamministrazione ha chiesto agli enti preposti Asl e Arpa un monitoraggio costante dellimpianto, anche con il coinvolgimento di tecnici terzi, come richiesto dal Comitato. I tecnici hanno inoltre spiegato come sulle 46 mila tonnellate conferite allimpianto, 25 mila sono costituite da rifiuto organico, mentre 21 mila sono potature. Dunque si tratta di rifiuti assolutamente non pericolosi. Il sindaco ha comunque chiesto ai cittadini di monitorare la situazione e segnalare eventuali trasgressioni in modo tale da poter far scattare eventuali sanzioni.
Lincontro di ieri sera rappresenta un buon punto di partenza per ricostruire il rapporto tra enti locali e la cittadinanza. Il nostro ruolo è quello di far partire questo percorso partecipativo insieme agli organismi preposti conferma lassessore Sara Visintin - e di dare garanzie affinché si ottengano dei risultati. Stiamo già valutando alcune delle osservazioni fatte dai cittadini e su questo solco ci saranno degli altri incontri. Come amministrazione comunale stiamo lavorando per favorire e aumentare la raccolta differenziata, attraverso una campagna di sensibilizzazione e anche azioni sanzionatorie per chi non rispetta le regole. Ci si è lasciati con una stretta di mano e fissando un nuovo incontro, che coinvolgerà i cittadini e tutti i soggetti interessati.
Ieri sera Comune e Provincia hanno incontrato un nutrito gruppo di residenti di Ca Baldacci per affrontare il tema del nuovo biodigestore. Oltre al sindaco erano presenti il presidente della Provincia Stefano Vitali, lassessore comunale allambiente Sara Visintin.
Data di pubblicazione