L’Amministrazione ritiene che l’esecuzione della sentenza comporterebbe un consistente danno per la collettività, sia per la sottrazione dell’area verde all’uso pubblico, sia per gli ingenti importi che si dovrebbero versare a titolo di risarcimento e che risultano – oltretutto - calcolati su basi errate. Si ravvisa un vero paradosso, tra l’altro, nel fatto che gli eredi degli originari lottizzanti, inadempienti agli obblighi dipendenti dall’intervento, abbiano ottenuto una pronuncia favorevole e un risarcimento ingente proprio su presupposti generati da precedenti inadempienze.
Si tratta di una lunga e complessa vicenda giudiziaria, risalente agli anni ‘60. Sui beni in questione sono intervenute nel corso degli anni due procedure volte all’acquisizione pubblica: la prima attinente al piano di lottizzazione “Miramare” autorizzato dal Comune di Rimini nel 1961, la seconda relativa ad un’occupazione delle aree nel 1979 nell’ambito di un più ampio progetto volto alla realizzazione di un parco pubblico.
Nel 2002 il Tribunale di Rimini si era pronunciato favorevolmente al Comune di Rimini e aveva respinto la richiesta dei privati di restituzione delle aree in oggetto. Successivamente la Corte d’Appello aveva annullato la sentenza rimettendo la causa al Giudice di primo grado.