Data di pubblicazione
Nulla di meglio, in un momento difficile come questo, di una storia da “tabloid”, a lieto fine, per tornare a parlare del Canile “Cerni” di Rimini e dei suoi 40 ospiti a quattro zampe. Anche i canili, in momenti difficili come questo, risentono delle paure e delle ansie, essendo le persone più preoccupate per se stesse. Nonostante questo assistiamo ancora a storie bellissime di persone generose che aprono il cuore e le loro case ai nostri cani, scoprendosi improvvisamente più felici e tranquilli, nonostante le difficoltà iniziali. Quella di Jacquiline è una di queste storie.
La storia di Jacquiline e Giulio “Onassis”
Quando un cane entra in canile senza chip e senza che nessuno conosca qualcosa della sua storia, della sua provenienza, la prima cosa che viene fatta è dargli un nome. Un atto dovuto, perché è il primo passo per ridare identità e dignità all’animale, toglierlo dall’invisibilità. Spesso ci si basa su una sua espressione, un particolare, un aspetto che lo caratterizza.
Come nella storia, che parte da una bellissima amstaff, meticcio discreta e dai modi eleganti, ritrovata in piazzale Kennedy. Un tratto del suo carattere, l’eleganza naturale, e la coincidenza dell’intitolazione del luogo del suo ritrovamento ci hanno fatto pensare subito alla nota first lady, ed ecco così arrivare la nostra Jacquiline.
Purtroppo però, all’eleganza dei modi non corrisponde in questo caso un corpo in salute. Lo notiamo subito e la conferma ai sospetti arriva dopo il test leishmania, risultato positivo. Potrebbe essere stato questo il motivo del suo abbandono,nessuno l’ha mai cercata, nessuno ha chiamato in canile per avere sue informazioni. La prima cosa da fare è guadagnarsi la sua fiducia, il più delle volte , tradita da chi l ha abbandonata. E’ un percorso fatto di piccoli passi,di tempo e pazienza soprattutto nei giorni dove invece di vedere progressi,il cane torna chiudersi in se. “Con Jacqueline – spiegano le volontarie del Canile - occorreva abbattere quel muro, farle capire che poteva riporre i suoi timori, la sua paura e le sue incertezze, che eravamo lì al suo fianco per ripartire da zero e qualsiasi fosse stata la sua vita di prima per lei era iniziata una nuova vita, dove poteva aprirsi al mondo,e soprattutto sapere che eravamo li per ridarle quella serenità e sicurezza che tutti i cani dovrebbero avere. e poco a poco – continuano le volontarie - si è aperto uno spiraglio, ci osservava, poi è arrivata la curiosità, la voglia e lo stimolo di interagire. si poteva fidare di queste persone,di questa nuova e strana famiglia, dove ci sono quaranta cani”.
Ed ecco, all’improvviso, arrivare anche il momento di Jacquiline. Il suo Onassis ha le sembianze di un eterno cucciolone di nome Giulio che, seppur senza avere il fascino del noto armatore greco, ha conquistato Jacquline con il suo esuberante mix di simpatia, potenza e felicità. Lui è un incrocio spinone e labrador, anche lui adottato proprio da Gigi, educatore cinofilo di un altro canile dove Giulio/Onassis ha passato i primi mesi di vita. Jacqueline, nella sua nuova famiglia, ha fatto passi fa gigante, aiutata proprio dal suo nuovo compagno. “Ringraziamo di cuore Gigi e Alessia per l impegno dimostrato nel percorso preaffido, per la loro tenacia e la volontà di mettersi in gioco in questa adozione, non semplice. ora jacko può finalmente riprenderesi la sua vita, con una famiglia accanto, per sempre”. La speranza è che questa bella storia sia di buon auspicio per altre, ispirando altre famiglie ad adottare uno dei nostri cani.
La storia di Jacquiline e Giulio “Onassis”
Quando un cane entra in canile senza chip e senza che nessuno conosca qualcosa della sua storia, della sua provenienza, la prima cosa che viene fatta è dargli un nome. Un atto dovuto, perché è il primo passo per ridare identità e dignità all’animale, toglierlo dall’invisibilità. Spesso ci si basa su una sua espressione, un particolare, un aspetto che lo caratterizza.
Come nella storia, che parte da una bellissima amstaff, meticcio discreta e dai modi eleganti, ritrovata in piazzale Kennedy. Un tratto del suo carattere, l’eleganza naturale, e la coincidenza dell’intitolazione del luogo del suo ritrovamento ci hanno fatto pensare subito alla nota first lady, ed ecco così arrivare la nostra Jacquiline.
Purtroppo però, all’eleganza dei modi non corrisponde in questo caso un corpo in salute. Lo notiamo subito e la conferma ai sospetti arriva dopo il test leishmania, risultato positivo. Potrebbe essere stato questo il motivo del suo abbandono,nessuno l’ha mai cercata, nessuno ha chiamato in canile per avere sue informazioni. La prima cosa da fare è guadagnarsi la sua fiducia, il più delle volte , tradita da chi l ha abbandonata. E’ un percorso fatto di piccoli passi,di tempo e pazienza soprattutto nei giorni dove invece di vedere progressi,il cane torna chiudersi in se. “Con Jacqueline – spiegano le volontarie del Canile - occorreva abbattere quel muro, farle capire che poteva riporre i suoi timori, la sua paura e le sue incertezze, che eravamo lì al suo fianco per ripartire da zero e qualsiasi fosse stata la sua vita di prima per lei era iniziata una nuova vita, dove poteva aprirsi al mondo,e soprattutto sapere che eravamo li per ridarle quella serenità e sicurezza che tutti i cani dovrebbero avere. e poco a poco – continuano le volontarie - si è aperto uno spiraglio, ci osservava, poi è arrivata la curiosità, la voglia e lo stimolo di interagire. si poteva fidare di queste persone,di questa nuova e strana famiglia, dove ci sono quaranta cani”.
Ed ecco, all’improvviso, arrivare anche il momento di Jacquiline. Il suo Onassis ha le sembianze di un eterno cucciolone di nome Giulio che, seppur senza avere il fascino del noto armatore greco, ha conquistato Jacquline con il suo esuberante mix di simpatia, potenza e felicità. Lui è un incrocio spinone e labrador, anche lui adottato proprio da Gigi, educatore cinofilo di un altro canile dove Giulio/Onassis ha passato i primi mesi di vita. Jacqueline, nella sua nuova famiglia, ha fatto passi fa gigante, aiutata proprio dal suo nuovo compagno. “Ringraziamo di cuore Gigi e Alessia per l impegno dimostrato nel percorso preaffido, per la loro tenacia e la volontà di mettersi in gioco in questa adozione, non semplice. ora jacko può finalmente riprenderesi la sua vita, con una famiglia accanto, per sempre”. La speranza è che questa bella storia sia di buon auspicio per altre, ispirando altre famiglie ad adottare uno dei nostri cani.
Il Canile “Cerni” di Rimini si trova in via San Salvatore 32 -Tel. 0541 730730
Email:canilestefanocerni@gmail.com
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