'Buon compleanno, cantore di Rimini'

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Saluto del Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, per gli 80 anni di Sergio Zavoli Caro Sergio, Presidente, gentili ospiti Innanzitutto vorrei rassicurare il nostro festeggiato: caro Sergio, promettiamo di non eccedere nei festeggiamenti per i tuoi 80 anni, riservandoci anzi di fare di più per i 90-100-110 senza porre limiti alla provvidenza. Qui, stasera, ci sono gli amici, i conoscenti, le autorità ma anche idealmente la città, quella che sente intimamente che 'a Rimini Zavoli è cresciuto e si è fatto così com'è'. Un motivo d'orgoglio collettivo per l'uomo che Indro Montanelli ha definito 'il principe del giornalismo televisivo', portando sul petto le medaglie della presidenza della Rai, della condirezione del Telegiornale, dei libri unanimemente apprezzati da critica e pubblico, delle celebri inchieste televisive, 'Nascita di una dittatura', 'La notte della Repubblica', 'Viaggio intorno all'uomo', 'Viaggio nel Sud', 'Clausura'. I riminesi hanno sempre vissuto i successi di Sergio Zavoli senza alcuna invidia, quasi fossero i propri trionfi, le proprie ambizioni divenute realtà. Questo perché Zavoli ne ha saputo dipanare, interpretare e divulgare lo spirito vero- c'è chi la chiama 'identità'- per l'intero percorso professionale. E' solo apparentemente una coincidenza che quest'oggi, dietro alle nostre spalle, siano esposti i frutti artistici di un altro genio riminese, Federico Fellini. Il Maestro del cinema mondiale che aveva con Zavoli una straordinaria sintonia umana e professionale. Due sguardi eccezionalmente creativi in campi di vita e di lavoro diversi per una stessa visione, che coincide con quella di Rimini: una miscela di dolce e amaro, di grandezza e provincialismo, di velleità e saldezza contadina, di generosità e diffidenza, di inquietudine e serenità, di linearità e paradosso, di rigore e curiosità. Un occhio disincantato sul viaggio dell'uomo e del mondo però colmo di amore altruistico, di passione per la verità, l'impegno civile e il dialogo, di pietas per le umane sorti. Se i riminesi hanno amato e continuano ad amare Federico e Sergio è perché si riconoscono in questo sguardo: è la scintilla che ti fa intuire come sia troppo facile intervistare i vincitori, ma invece molto più paradigmatico della condizione esistenziale ascoltare in corsa- questo ha fatto Sergio Zavoli durante la famosa conduzione di 'Processo alla tappa'- la voce rotta dalla fatica e dall'emozione di Lucillo Lievore, l'umile ciclista che vive nello stesso tempo la speranza e il dramma di chi è in fuga solitaria da 100 chilometri ed è a un passo dalla vittoria ma sa che il gruppo inseguitore in due balzi potrebbe restituirlo all'anonimato di sempre. Trentuno anni fa, allorché Rimini consegnò a Zavoli la cittadinanza onoraria, un amico ebbe a scrivere con affettuosa ironia che 'c'è in lui, riminese senza margini di ambiguità, lo stato originale di colpa di non essere nato a Rimini'. Ravenna, riportano infatti i registri anagrafici e qualcosa sicuramente deve a quella che lui stesso ha definito 'uno dei luoghi più intensi e romantici del mondo'. Ma, proseguiva nel 1972 quell'amico, 'Sergio Zavoli è riminese non sul canovaccio di un teatrale e retorico amore, bensì nella comunione goduta con gli umori della città, con la sua gente viva, varia, minuta, con quell'aria di Rimini che gli dà, anche quando è lontano, una più giusta misura delle cose'. 'Io sto meglio qui- ebbe a dire un'altra volta Zavoli- perché la casa non è vero che sia tutta alle origini, ma dove si cresce con il padre e dove il padre ci lega ai giorni e alla vita'. Frammenti di un discorso cominciato 80 anni fa e ancora oggi non interrotto nel nome di una passione sconfinata. Caro Sergio, quest'oggi abbiamo fatto davvero le cose alla buona, come si fa quando ti arriva improvvisamente in casa l'amico del cuore, quello che non vedevi da molti anni. Il meglio lo riserviamo per i tuoi 90, 100, 110 anni e così via. Intanto noi, la città, il Paese ti diciamo buon compleanno. Auguri, cantore di Rimini.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:18