Blue Economy: Rimini ai primi posti in Italia, con 5.100 imprese e 21.700 occupati e un valore aggiunto prodotto che supera il miliardo di euro

Più di cinquemila imprese che incidono per il 13% sull’economia provinciale, producendo un valore aggiunto che supera abbondantemente il miliardo di euro, con 21 mila e 700 occupati, più del 14% sul totale degli occupati.
Data di pubblicazione

E' questa la portata della blue economy nella provincia di Rimini, fotografata nel VI Rapporto nazionale sull’Economia del Mare.
La peculiarità riminese è legata al prodotto turistico balneare, con 84 imprese su 100 appartenenti alle diverse categorie della blue economy. È infatti sopratutto nel comparto turistico e ricettivo che Rimini primeggia, ma ottimi risultati emergono anche nel settore della produzione ittica e, più indietro, cantieristca e movimentazione per merci e persone.

Dove si posiziona Rimini nelle principali graduatorie provinciali

Primo posto: In particolare la provincia di Rimini è al primo posto in Italia per la percentuale di imprese blue economy sul totale, il 13%. 

Secondo posto: sia per quanto riguarda l'incidenza del valore aggiunto generato sull'economia locale compressiva (il 13,3% con 1 miliardo e 173 milioni di euro) sia per l'occupazione (14,4%, 21 mila e 700 occupati)

Sesto posto: sesta per quanto riguarda il numero assoluto di imprese nella blue economy italiana, 5.100. Sesta anche per quanto riguarda i numeri dell'occupazione assoluta, con 21 mila e settecento occupati.

Settimo posto: per il valore aggiunto prodotto, un miliardo e 173 milioni di euro.

“Il rapporto – commenta Anna Montini, assessore alla blue economy del Comune di Rimini - pone Rimini ai vertici nazionali di un settore ampio e complesso, che comprende diversi comparti produttivi, come la filiera ittica, la cantieristica, la portualità, il turismo e la cultura, dando un segnale di positività rispetto ai trend di altre economie locali. Un settore in crescita che vede Rimini a livello di colossi storici come Napoli, Genova, Palermo, Venezia e Trieste. Se non sorprende la leadership relativa al settore turistico, è da sottolineare l'importanza crescente della produzione ittica. La filiera ittica parte dalla pesca in mare, con le flotte della nostra marineria, passando per lo stoccaggio e la logistica fino alla ristorazione. Proprio la ristorazione, con i prodotti a miglio zero basati sul nostro pesce fresco, rappresentano d'altronde anche un prodotto turistico di tutto rispetto nell'ambito della nicchia enogastronomica. Anche questi sono numeri che testimoniano la vivacità produttiva e la centralità strategica della blue economy per l'economia e la società riminese. Un comparto imprenditoriale che, in un momento in cui il Paese si mostra industrialmente debole, si conferma forte ed in crescita, candidandosi a crescere ulteriormente nei prossimi anni, sia in termini assoluti, sia rispetto agli altri settori produttivi locali. Va sottolineato ancora una volta come questa preminenza della blue economy provinciale dovrebbe avere il giusto riconoscimento dagli Enti preposti, di ogni livello, allorché si discute di investimenti e infrastrutturazione soprattutto nell’area portuale. Su questo ci attendiamo un’attenzione sempre maggiore.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:42